“Ho quattro video facili facili“. “Non puoi capire, 3 vs 1 stanotte, lascia stare”. “Ma chi eravate? Te, Corsi e Ciro?”. Risposta: “3 vs 1, ovvio. Ma io veramente alle dieci del mattino ero ubriaco marcio … bevuto beverone alle nove“. Che cosa è un beverone? Cosa c’era dentro? Una domanda importante visto che questi sono alcuni dei messaggi whatsapp agli atti dell’inchiesta della procura di Tempio Pausania sul presunto stupro avvenuto nella villa in Costa Smeralda di Ciro Grillo, il figlio del fondatore del M5s. Ad accusarli è una ragazza italo-norvegese di 19 anni: ha raccontato che quella notte in quattro l’hanno stuprata. Si tratta di Ciro Grillo e tre suoi amici: Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Subito dopo quella notte, come scrivono oggi La Stampa, Repubblica e il Corriere della Sera, i quattro hanno cominciato a scambiarsi messaggi con gli amici, a vantarsi delle loro performance sessuali, parlando anche dei video girati all’insaputa della vittima. “Ora sono stanco ma poi vi farò vedere tutto”, scrive Capitta.
Secondo l’accusa i quattro, indagati per violenza sessuale di gruppo, hanno stuprato a turno una ragazza che avevano conosciuto la stessa sera in discoteca. Gli indagati si sono sempre difesi parlando di “sesso consenziente“, la ragazza invece parla di violenza sessuale. Come scrive il Corriere della Sera alle 14.15 di quel 17 luglio è Capitta a chattare con un amico: il gruppo è tornato a casa Grillo dopo aver accompagnato ad Arzachena le due ragazze vittime degli abusi. Le lasciano lì ad aspettare un taxi e tornano a Cala di Volpe. “No, non puoi capire”, scrive Capitta. “Cosa?”, chiede l’altro. “No… 3 vs 1 stanotte, lascia stare“. “Spiega meglio” insiste l’amico. “No, no, sì, poi ti farò vedere”. “Ma con una tipa?”. “Ma no, guarda… ero ubriaco marcio. Frate te lo giuro“. “Ma chi eravate? Te, Corsi e Ciro?”. Risposta: “3 vs 1 , ovvio. Ma io veramente alle dieci del mattino ero ubriaco marcio… bevuto beverone alle nove”. E cosa si riferisce Capitta quando parla di un beverone? Cosa c’era dentro? Finora si era parlato solo di mezza bottiglia di vodka, quella che la ragazza sostiene le sia stata fatta bere a forza. Secondo la ricostruzione tra l’altro, il sesso di gruppo sarebbe avvenuto dopo le 9 del mattino, cioè dopo che Corsiglia sostiene di aver bevuto questo “beverone”, e un’ora dopo si definisce “ubriaco marcio”. Il beverone è stato dato anche alla ragazza? Domande alle quali dovranno rispondere gli inquirenti.
La conversazione prosegue. “Chi era questa?”, chiede l’amico di Capitta. “Ma che ne so… Poi vi racconterò, ora non si può ancora”. “Mi fai morire”, commenta l’amico. “Comunque – risponde Capi, come il nickname che usa sull’app di messaggistica – c’era il cameramen. Sai che non me le faccio scappare ‘ste occasioni. 4 video facili… Poi vi farò vedere tutto. Se vuoi ti chiamo e ti racconto un pò”. “Ti chiamo io dopo”, propone l’amico. E Capitta: “Se sono ancora vivo. Ora sono morto. Siamo andati al Billionaire, tutti 50 hanno messo”. “Sei un idolo“, risponde l’altro. Seguono particolari che inducono l’amico a scrivere: “Poveraccia”. E Capitta: “All’inizio non sembrava che volesse”. È leggendo questo scambio di messaggi che gli investigatori hanno scoperto come i video girati nella notte incriminata non fossero uno ma ben quattro. E sottolineano anche come alla domanda ‘Ma chi eravate? Te, Corsi e Ciro?‘, Capitta risponde volutamente in modo generico. Dovrebbe escludere Corsi, cioè Corsiglia, perché secondo la ricostruzione dormiva dopo aver avuto quello che definisce un “normale rapporto sessuale con Silvia”, mentre secondo la ragazza è stato il primo a violentarla. Chattando con gli amici lontani, però, Capitta invece lo coinvolge (nel suo “3 vs 1”) perché – secondo i quotidiani che hanno riportato la notizia – vuole proteggere “Vitto”, Vittorio Lauria, che è l’unico del gruppo fidanzato.