di Antonio Deiara, docente di musica
Il Compositore lascia un’Italia sommersa da immondizie musicali. La grandezza è figlia della competenza, non dei followers e dei like. Siamo circondati da immondizie musicali, diceva Franco Battiato. Si pensi alla pseudo-identità del Festival di Sanremo, concepita e plasmata da dee-jay e rapper assai mediocri, ai sedicenti talent governati da personaggi ectoplasmatici e musicalmente ignoranti, ai programmi musicali radiofonici condotti da Pinocchio e Lucignolo nel “Paese dei balordi”.
La musica muore, colpita a morte dagli analfabeti pentagrammatici di andata senza ritorno. La musica muore, soffocata nelle torri eburnee dei conservatori ciechi, muti e sordi nei confronti del pop-rock e della canzone d’autore. La musica muore nelle trasmissioni e nei video “culi, tette e stonature” dei siti e delle tivù a fine di lucro, nonché dei canali del servizio pubblico asservito a una classe politica ignorante e tracotante.
Franco Battiato è morto. Rimane la sua opera di altissimo livello musicale, culturale e sociale. Lancio un appello al ministro dell’Istruzione: si dedichi una giornata, una delle troppe giornate dedicate a “priorità” del momento, ai grandi musicisti, autori e cantautori nati e fioriti nel Secolo breve o ancora creativi nel Terzo Millennio: da Fabrizio De André a Lucio Dalla, da Ennio Morricone a Franco Battiato, da Nicola Piovani a Riccardo Cocciante, da Giulio Rapetti Mogol a Pasquale Panella, eccetera.
Si promuova l’insegnamento della musica in tutte le scuole elementari d’Italia, utilizzando docenti laureati in Conservatorio e appositamente formati in termini psicopedagogici e didattici, fin dalla classe prima della Primaria. Si arricchisca la tavolozza degli strumenti insegnati negli indirizzi musicali delle scuole medie, nei licei musicali e nei Conservatori con lo “Strumento abbinato” jazz e pop-rock a quello Classico.
Lancio un appello ai poeti: esprimetevi con serena fermezza sugli pseudo-testi di pseudo-artisti che offendono la poesia e trascinano nella melma la musica. Siamo circondati, direbbe Franco Battiato, anche da immondizie testuali, prodotte da semianalfabeti che si spacciano per poeti. Le giovani generazioni necessitano di essere istruite sul linguaggio dei Dodici Suoni, evitando accuratamente l’agiografia dei Grandi Musicisti (Vivaldi, Bach, Mozart, eccetera) e la monocultura del flauto dolce. Un popolo ignorante è un popolo schiavo delle mode del momento, dagli ineffabili influencer agli opinionisti incompetenti, dai personaggi costruiti nel “Laboratorio dell’apparenza” ai pensatori dei pensieri unici.
Auspico che in tutte le trasmissioni musicali della Rai vengano nominate Giurie di musicisti e docenti di musica laureati in Conservatorio. Basta con quella cantante tanto bella e brava, con quel guru della moda e con quel sedicente critico musicale che ignora la musica ma “buca il video”. Basta con gli pseudo-esperti, musicalmente inesistenti, che pretendono di giudicare ritmi, melodie e armonie dei quali ignorano note, intervalli e accordi.
La mia generazione volge al tramonto, ma l’eredità culturale, pentagrammatica e testuale di Franco Battiato ci spinge ad essere migliori, a combattere intellettualmente senza quartiere per liberare la povera Patria nostra dai cialtroni ignoranti e dalle immondizie pseudo-musicali e pseudo-poetiche che sono avvezzi a produrre e a vendere all’ingrosso e al minuto. O preferiamo che sul ponte delle Culture delle nuove generazioni sventoli bandiera bianca?