Su richiesta del procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo, il gip ha disposto un decreto di sequestro preventivo nei confronti di 17 indagati. Tra questi ci sono appunto i quattro imputati di “Rinascita
Il 19 dicembre 2019 erano stati arrestati per reati di mafia su ordine della Dda di Catanzaro nell’ambito della maxi-inchiesta “Rinascita-Scott” contro la cosca Mancuso il cui processo si sta celebrando nell’aula bunker di Lamezia Terme. Nonostante, nel 2020, il reddito di cittadinanza è stato regolarmente accreditato sui conti correnti di alcuni soggetti ritenuti affiliati alla ‘ndrangheta: Antonino Barbieri detto “Carnera”, Antonino Lo Bianco detto “Nino Crapina”, Gaetano Loschiavo e Sergio Gentile. Quest’ultimo, conosciuto con il soprannome di “u Toba”, mentre era detenuto in carcere di Secondigliano, ha addirittura presentato una nuova domanda all’Inps per il rinnovo del contributo statale previsto per chi non lavora.
È quanto emerge dall’inchiesta della Guardia di finanza che ha eseguito alcune verifiche sulla regolarità della fruizione del reddito di cittadinanza. Su richiesta del procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo, il gip ha disposto un decreto di sequestro preventivo nei confronti di 17 indagati. Tra questi ci sono appunto i quattro imputati di “Rinascita”. Ma anche molti familiari di imputati del maxi-processo. A tutti sono state sequestrate le somme percepite illegittimamente rendendo false dichiarazioni all’atto della richiesta, ovvero omettendo di comunicare informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca entro i termini previsti, durante l’erogazione delle somme. Complessivamente sono stati sequestrati 114mila euro.
Cognato del boss di Zungri Giuseppe Accorinti, e fratello di Francesco Barbieri, ritenuto al vertice della ‘ndrina di Cessaniti, Antonino Barbieri ha percepito il beneficio statale dal giugno 2019. Omettendo, sei mesi più tardi, di essere stato arrestato, ha incassato il reddito di cittadinanza fino all’ottobre 2020 “per un ammontare complessivo – è scritto nel decreto di sequestro – di 3.368,22 euro”. Soldi pubblici finiti in tasca a un soggetto che per la Dda di Catanzaro, è un affiliato alla cosca di Zungrì e che “collaborava – si legge nel capo di imputazione – direttamente e personalmente, con compiti esecutivi, alla realizzazione degli scopi dell’associazione, contribuendo al controllo del territorio”. Antonino Lo Bianco, invece, è ritenuto affiliato all’omonima cosca di Vibo Valentia e risulta, secondo gli inquirenti, “pienamente inserito nelle dinamiche associative”. Secondo la guardia di finanza anche lui ha percepito “indebitamente il reddito di cittadinanza nei mesi da gennaio a settembre 2020, per un ammontare complessivo di€ 6.890 euro”.
Sono 4878 euro, inoltre, le somme incassate da Gaetano Loschiavo mentre era detenuto a Lecce perché, stando alle indagini della Dda di Catanzaro, era “in diretto contatto con esponenti di spicco” della cosca Bonvota per quale, assieme a un altro indagato, si sarebbe occupato “personalmente – scrivono i pm – del reimpiego e del riciclaggio di denaro nonché della acquisizione o infiltrazione di attività commerciali e società in Italia settentrionale ed all’estero”. Si sarebbe occupato di estorsioni per conto della cosca Lo Bianco, invece, Sergio Gentile detto “U Toba” che, stando agli accertamenti della Guardia di finanza, ha intascato 8359 euro di reddito di cittadinanza. Il decreto di sequestro è stato notificato anche a Cinzia De Vito (accusata di aver ceduto un’arma ad al boss Bartolomeo Arena) e Giuseppe Lo Bianco, anche loro sono stati arrestati nell’operazione “Rinascita”.