Non ha azionato i poteri commissariali per imporre ai comuni e agli enti locali di provvedere alla realizzazione degli impianti di compostaggio e all’incremento della raccolta differenziata. Questa l’accusa formalizzata al governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca, indagato per omissione d’atti d’ufficio. La notizia è cristallizzata in un avviso di proroga delle indagini firmato dai pm di Napoli Francesca De Renzis e Giulio Vanacore nei confronti di 26 persone tra politici regionali, tecnici, dirigenti ed ex dirigenti di Asia e Sapna, le società pubbliche dei rifiuti di Napoli e della provincia. Tra gli indagati figura il vice di De Luca, Fulvio Bonavitacola, titolare della delega all’Ambiente, l’assessore di Napoli ed ex vertice di Asia Raffaele Del Giudice, l’ex dirigente di Sapna Andrea Abbate. Le contestazioni riguardano gli anni della prima governatura di De Luca, dal 2015 al 2020. Tra le ipotesi di reato, a vario titolo, spunta anche il mancato smaltimento dei milioni di ecoballe stoccati nel comprensorio napoletano, tema sempre caldo delle politiche ambientali regionali.
L’indagine è iniziata nel 2018 sul solco di un presunto traffico illecito di rifiuti, attraverso l’acquisizione di documentazione depositata negli uffici dei centri decisionali in materia di ambiente, igiene urbana e ciclo integrato, in momenti in cui i sacchetti di spazzatura abbandonata avevano ricominciato a comparire lungo le strade. Sui decreti comparivano 23 nomi. Ma non quello di De Luca. Dalla lettura degli atti, l’ipotesi inquirente dei carabinieri e dei magistrati si è evoluta verso il reato di omissione di atti d’ufficio. Ed il presidente della Campania è entrato formalmente a far parte dell’elenco degli indagati. La procura guidata da Giovanni Melillo punta su due direzioni. Uno, che interessa i vertici della Regione Campania, riguarda la mancata attivazione dei poteri commissariali per imporre il raggiungimento degli standard minimi di compostaggio e di differenziata dettati dalle norme dell’unione europea. L’altro tocca il tema delle ecoballe, ed il loro mancato smaltimento. L’avvocato Andrea Castaldo, difensore di De Luca e Bonavitacola, ha sottolineato che il governatore non ha ricevuto alcuna informazione di garanzia e si dice pronto a consegnare ai pm la documentazione attestante l’attività svolta nel settore dei rifiuti e la correttezza dell’operato dei suoi assistiti.