Gli indagati si sarebbero serviti di società non operative per chiedere all’Agenzia delle Entrate, tramite F24, versamenti a quattro fondi pensione e 109 enti bilaterali con sede su tutto il territorio nazionale, senza però alcun versamento di denaro ma utilizzando in compensazione crediti di natura tributaria e previdenziale inesistenti
Un meccanismo mai individuato prima, una truffa quasi perfetta. Avevano intascato crediti fiscali fittizi attraverso il modello di versamento delle imposte e dei contributi F24 intascando illecitamente circa 16 milioni di euro. Per questo i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano hanno arrestato due imprenditori e il responsabile di un ente bilaterale, un’associazione senza scopo di lucro costituita da sindacati e datori di lavoro, nell’ambito di una indagine coordinata dal pm milanese Paolo Filippini.
Oltre ai tre, che sono ai domiciliari, sono indagate 43 persone e 17 aziende sparse in tutta Italia. L’ordinanza degli arresti domiciliari è stata firmata dal giudice per le indagini preliminari, Anna Calabi, su richiesta del pm Filippini in una indagine condotta che ha consentito di scoprire un meccanismo truffaldino mai individuato finora: gli indagati si sarebbero serviti di società non operative per chiedere all’Agenzia delle Entrate, tramite F24, versamenti a quattro fondi pensione e 109 enti bilaterali con sede su tutto il territorio nazionale, senza però alcun versamento di denaro ma utilizzando in compensazione crediti di natura tributaria e previdenziale inesistenti, tra cui in particolare il “credito per famiglie numerose”.
Dopo di che le stesse società avrebbero chiesto il rimborso delle somme – circa 16 milioni di euro, provento della frode – agli stessi fondi pensione ed enti bilaterali sostenendo di aver commesso “errori” nella domanda di accredito in loro favore, anche perché, come emerso dall’inchiesta, le imprese coinvolte non avevano neanche personale alle dipendenze, tale da giustificare i versamenti richiesti. A rendere più insidioso il meccanismo fraudolento individuato c’è anche la circostanza che, per ottenere il visto di conformità sui modelli F24 necessario all’effettivo utilizzo dei crediti di compensazione, il sodalizio criminale avrebbe usato i codici fiscali di ignari professionisti, alcuni dei quali, peraltro, deceduti. Gli arresti di oggi sono l’epilogo di una vasta operazione, chiamata ‘New Job’, che vede indagate 43 persone fisiche e 17 persone giuridiche, e che ha portato al sequestrare in totale di 16 milioni di euro, 7 oggi e 9 nei mesi scorsi.