Dopo tre mesi di stallo, arriva il colpo di scena: la Lega ha mollato la poltrona da presidente del Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. Ma non lo ha fatto con le semplici dimissioni di Raffaele Volpi. Matteo Salvini ha preferito seguire una strada più lunga, ritirando i due leghisti eletti nell’organismo parlamentere: dunque Volpi ha proprio lasciato il Copasir, non solo la sua presidenza, seguito da Paolo Arrigoni. In questo modo, il leader della Lega punta all’azzaramento totale del comitato che controlla l’intelligence. E lo fa proprio nel giorno in cui a Palazzo San Macuto hanno ufficializzato la richiesta a Mario Draghi di aprire un’indagine sull’incontro tra Matteo Renzi e l’agente segreto Marco Mancini all’autogrill di Fiano Romano. Proprio su questo fronte sempre stamattina il Copasir ha deciso di voler audire non solo il leader di Italia viva e il capocentro del Dis, ma pure lo stesso Salvini. Nei giorni scorsi, infatti, il leader della Lega ha difeso Renzi dalle polemiche, definendole “inutili“, rivendicando di aver incontrato lui stesso esponenti dei servizi segreti “a decine“. Ma andiamo con ordine.

Il colpo di scena nel lungo braccio di ferro del Copasir arriva con un comunicato del Carroccio diffuso nella tarda mattinata. Da mesi, e per la precisione dall’insediamento del governo di Mario Draghi, la poltrona di presidente di Volpi è diventata oggetto di una disputa giuridica tutta interna al centrodestra. Con il nuovo esecutivo, infatti, Fratelli d’Italia è rimasto l’unico partito all’opposizione e dunque, come prevede la legge, rivendica per sè la presidenza del Copasir. Per quasi tre mesi, però, i leghisti hanno tenuto duro nonostante le dimissioni di Elio Vito di Forza Italia e Adolfo Urso, l’uomo che Fdi avrebbe voluto al posto di Volpi. Ora ecco che Salvini ha deciso: molla la presidenza, ma vuole che tutto il comitato venga azzerato. “La Lega pretende l’immediata, integrale applicazione della legge 124 del 2007 che prevede l’assegnazione all’opposizione di 5 (cinque) componenti su 10 (dieci) tra cui poter scegliere l’eventuale Presidente”, si legge nella nota stampa del Carroccio. Vuol dire essenzialmente che via Bellerio pretende nuove nomine da parte del Parlamento. Fino ad allora, sostiene il partito di Salvini “i componenti della Lega nel Copasir non parteciperanno alla votazione di nessun Presidente e si attendono istantanee dimissioni di tutti gli altri componenti del Comitato al fine di consentire ai Presidenti di Senato e Camera le conseguenti valutazioni, riconfermando che gli stessi Presidenti avevano dichiarato completamente legittima sia la composizione del Comitato sia la sua presidenza”. Il riferimento è al parere di Roberto Fico ed Elisabetta Casellati che avevano confermato la legittimità della presidenza leghista, motivandola con un illustre precedente: quello del governo Monti, quando il Pd mantene il vertice del Copasir con Massimo D’Alema nonostante l’entrata in maggioranza. “La Lega – rivendica ancora Salvini – non ritiene di dover inficiare organi istituzionali per questioni politiche o ancor di più per dispute interne a dei “non partiti” di cui non si capisce nemmeno chi sia il capo politico”.

Un passaggio che si riferisce chiaramente al Movimento 5 stelle e a Giuseppe Conte. Ieri l’ex premier era intervenuto sulla questione dicendo chiaramente che “la presidenza del Copasir spetta all’opposizione”. Oggi i componenti dei 5 stelle e del Pd, Federica Dieni, Maurizio Cattoi, Giuseppina Castiello ed Ernico Borghi, hanno annunciato di voler lasciare i lavori dell’organismo parlamentare proprio per risolvere la questione della presidenza. Ma lo hanno fatto solo dopo aver votato a favore della richiesta indirizzata alla presidenza del consiglio, per aprire un’indagine sul Dis. E dopo aver dato il via libera alla calendarizzazione delle audizione di Renzi, Salvini e Mancini. Adesso, però, il Copasir è privo di presidente, di vicepresidente (era Urso che si è dimesso a sua volta), e di quattro componenti su dieci: è inevitabile che i tempi dell’indagine sugli incontri tra politici e agenti segreti siano destinati ad allungarsi. Visto che Claudio Fazzone, l’altro esponente di Forza Italia, ha già anticipato che non intende dimettersi, mentre Vito ha annunciato l’intenzione di ritirare le dimissione: una situazione caotica. Senza un accordo politico è dunque impossibile uscire dall’impasse. E infatti Giorgia Meloni si affida ai presidenti delle Camere: “Speriamo che stavolta abbiano un atteggiamento meno pilatesco del passato…”. Insomma: pure Fdi è per l’azzeramento totale.

E dire che nelle ultime settimane il lavoro del Copasir aveva provocato grossi scossoni. La stessa decisione di aprire un’indagine sul Dis è stata presa dopo l’audizione dell’ormai ex direttore, Gennaro Vecchione: da quello che è emerso il prefetto ha spiegato di non essere a conoscenza dell’incontro del suo agente segreto con Renzi. Per questo motivo il sottosegretario con delega ai Servizi, Franco Gabrielli, ha cambiato in corsa le regole: da oggi gli agenti dell’intelligence possono incontrare parlamentari, giornalisti, magistrati e altre categorie “sensibili” solo per motivi di servizio e con la preventiva autorizzazione del vertice dell’agenzia a cui appartengono. Ventiquattro ore dopo avere parlato al Copasir Vecchione è stato silurato da Draghi, che al suo posto ha nominato Elisabetta Belloni.

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