Tutti pronti a partire con i test salivari, almeno per gli esami di terza media e della maturità ma nessuno sa nulla su chi li dovrà comprare, chi li somministrerà agli studenti, quando si inizieranno a fare. Il giorno dopo il via libera al rilevamento del Covid 19 con questo metodo, dato dalla circolare firmata dal direttore generale della prevenzione, Gianni Rezza, nonostante gli annunci dei politici, in primis quello del sottosegretario leghista all’Istruzione Rossano Sasso, presidi, sindacati, ministero dell’Istruzione e Commissario straordinario per l’emergenza, non sono in grado di spiegare come si faranno i test.
Ad oggi non esiste un piano che dia mandato al generale Francesco Figliuolo di occuparsi di questa partita anche se la struttura è pronta ad affrontare anche questa missione e in viale Trastevere sono convinti che tocchi proprio a lui occuparsi dell’ acquisto dei test. Il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, è convinto che si tratti per ora di “idee”, nulla di più. Le organizzazioni sindacali sono soddisfatte che vi sia il via libera di Rezza, ma attendono di sapere come verrà gestita la somministrazione soprattutto in previsione degli esami di Stato per i quali si sta stendendo il protocollo di sicurezza.
A dire qualcosa in più sono i vertici del ministero della Salute: “A livello nazionale deve essere ancora disciplinato il tutto. La circolare istituzionalizza la possibilità di fare ricorso al test salivare nei casi in cui non sia possibile ricorrere ai molecolare e all’antigenico e per persone fragili per le quali il test salivare è di più facile utilizzo. Accanto a queste condizioni vi è la possibilità di usufruire di attività di screening in ambito scolastico, cosa che alcune regioni stanno già attuando in via sperimentale”. L’unica certezza è che la circolare di Rezza fornisce indicazioni precise di cui non si potrà fare a meno di tenere in considerazione: “L’uso della saliva per la diagnosi di infezione da Sars Cov-2 prevede un metodo di raccolta non invasivo, tuttavia la corretta raccolta del campione salivare è un passaggio cruciale. I campioni di saliva possono essere eterogenei (saliva orale, saliva orofaringea posteriore) e le diverse tecniche e sedi di raccolta possono avere un impatto sulla sensibilità del metodo”. Tradotto: dovranno essere eseguiti da persone preparate a fare questa operazione.
Una considerazione scontata per Giannelli: “I test dovranno essere eseguiti dal personale sanitario. È chiaro che per gli acquisti trattandosi di un contingente cospicuo non potranno occuparsi i singoli dirigenti”. A confermare che ad oggi non c’è alcun piano organizzativo sulla somministrazione dei test, nonostante manchi circa un mese alla partenza degli esami, sono le organizzazioni sindacali: “Non ci sono atti istituzionali recepiti che io sappia”, spiega la segretaria nazionale della Cisl Scuola, Lena Gissi. Il collega della Flc Gcgil, Francesco Sinopoli aggiunge un “Finalmente. Li chiediamo da un anno. E’ da allora diciamo che nelle scuole servono presidi medici”.
Una proposta ce l’ha Graziamaria Pastorino che ha seguito la questione del protocollo sicurezza per la maturità a nome della Flc: “Finora non si è parlato di modalità attuative della somministrazione dei test salivari ma è chiaro che non li potranno fare i docenti. Proporremo che come lo scorso anno vi siano i volontari della Croce Rossa a scuola”. Intanto il Commissario Figliuolo si prepara. Nessun dicastero l’ha interpellato finora per chiedergli di effettuare un bando o una gara per l’acquisto del materiale, ma sa che il tema è allo studio dei vertici politici. Anche in viale Trastevere confermano che non esiste un piano definito. Per ora siamo in alto mare.