La comunicazione è arrivata all'improvviso per tutta la rete europea dei rivenditori. L'idea è quella di puntare a grandi punti vendita che ospitino tutti i 12 marchi del nuovo gruppo. Una scelta che mette a rischio i punti vendita più piccoli. Federauto: "Razionalizzazione è comprensibile, il destino dei punti vendita dipenderà più dall'andamento del mercato che dalla riorganizzazione"
Stellantis, sesto gruppo automobilistico al mondo nato dall’unione tra la francese Psa ed Fca, ha comunicato a tutti i suoi concessionari, punti assistenza ed officine l’intenzione di risolvere i contratti in essere. La comunicazione prevede un periodo di preavviso di due anni. Il gruppo intente procedere ad una riorganizzazione delle sue reti di distribuzione in vista dell’introduzione delle nuove regole per la categoria (Ber). La rivoluzione coinvolge i rivenditori di Vauxhall, Peugeot, Citroen, Ds Automobiles, Alfa Romeo, Fiat e Jeep. Stellantis prevede di costruire un modello di distribuzione multimarca che lancerà a giugno 2023. I contratti in essere scadranno quindi dal prossimo 31 maggio, trascorsi due anni Stellantis selezionerà una nuova rete in base a nuovi criteri e obiettivi
Per molti concessionari la notizia è giunta inaspettata. La Federazione europea di categoria sottolinea peraltro che non tutti i concessionari sono stati contattati in anticipo e che non c’era alcuna lettera di intenti. Molti rivenditori rischiano ora di trovarsi in difficoltà e hanno evidenziato preoccupazione essendo al momento ancora sconosciuti i criteri con cui verrà definita la nuova rete. Facile immaginare che ci saranno grossi problemi per i concessionari più piccoli visto che l’intenzione sembra quella di dar vita a grandi punti vendita in cui siano presenti tutti i marchi del gruppo.
Carlos Tavares, già amministratore delegato di Psa e ora amministratore delegato di Stellantis, ha annunicato l’intenzione di procedere ad un taglio dei costi lungo tutta la filiera. Una riorganizzazione che, per ora, non dovrebbe avere ripercussioni sugli organici del gruppo ma che ha già provocato i primi licenziamenti tra i fornitori esterni di servizi.
Una nota di moderato ottimismo arriva però da Carlo Alberto Jura, vicepresidente di Federauto, associazione dei rivenditori italiani tra cui circa 200 concessionari Fca. “In Italia le reti di vendita di Psa e Fca sono piuttosto complementari, senza eccessive sovrapposizioni”, spiega Jura che nota come un processo di razionalizzazione sia in atto da tempo e comprensibile come peraltro era già accaduto ai tempi dell’acquisizione di Chrysler da parte di Fca. Seconda Jura i destini dei concessionari dipenderanno più dall’andamento del mercato che dalla riorganizzazione decisa da Stellantis. “In Italia abbiamo uno dei parchi auto più vecchi d’Europa, ragiona Jura, e passare da un euro 4 all’elettrico è un bel salto che in pochi possono economicamente permettersi. Penso che il governo dovrebbe dedicare più risorse (sotto forma di incentivi e agevolazioni, ndr) per favorire questo aspetto della transizione verde”