Mondo

Gaza, per ora regge la tregua tra Israele e Hamas. Tel Aviv verso la revoca dell’emergenza

Dopo 11 giorni di conflitto, il cessate il fuoco cominciato alle 2 di notte non è stato violato e lo Stato ebraico valuta anche la revoca delle restrizioni imposte alla popolazione. Il segretario di Stato Usa "nella regione nei prossimi giorni". Per la Germania l'unica via è un negoziato su una soluzione a due Stati

La tregua è in vigore dalle 2 di notte: dopo 11 giorni di conflitto, Israele e Hamas hanno fermato le ostilità annunciando la conclusione delle rispettive operazioni militari, ‘Guardiano del Muro’ e ‘Spada di Gerusalemme’. Il cessate il fuoco per ora regge, anzi Tel Aviv si avvicina alla revoca delle misure d’emergenza, le restrizioni nella vita quotidiana imposte alla popolazione del sud e del centro del Paese durante i giorni di battaglia. Cruciale il ruolo di mediazione di Egitto e Qatar, come ha ricordato anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Intanto le squadre di soccorso hanno estratto stamane fra le macerie a Gaza i corpi di 9 vittime degli attacchi aerei israeliani degli ultimi giorni: tra loro anche il corpo di un bambino rimasto sepolto sotto un edificio nel rione di Tel al-Hawa, a Gaza City. I corpi di altre otto persone sono stati recuperati nella zona di al-Qarara, presso Khan Yunes, nel sud della Striscia.

Il portavoce delle forze israeliane (Idf), Hidai Zilberman, ha spiegato – come riporta il Times of Israel – che nelle prossime ore il Comando del fronte interno dovrebbe appunto rimuovere alcune delle restrizioni. Nessun cambiamento invece, almeno per il momento, per le forze di terra delle Idf dispiegate al confine con Gaza. Hamas invece ha rivendicato la “vittoria” e migliaia di persone, riferisce al Jazeera, sono uscite in strada a celebrare il cessate il fuoco nei Territori Palestinesi. “Oggi la resistenza dichiara vittoria sui nemici”, ha detto Khalil al-Hayya, numero due di Hamas a Gaza, come riporta il Jerusalem Post.

Il fronte diplomatico – Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha annunciato con un tweet che si recherà “nella regione nei prossimi giorni” per colloqui con il capo della diplomazia israeliana, Gabi Ashkenazi, con leader israeliani, palestinesi e regionali. Soddisfazione per il cessate il fuoco anche da Berlino, dove il portavoce della cancelliera Angela Merkel, Steffen Seibert, ha precisato che “adesso questa condizione deve anche essere rispettata. Alla fine si deve continuare a lavorare a un dialogo politico”, ha aggiunto, sottolineando che l’unica via possibile sia un negoziato su una soluzione a due Stati. Guterres, incontrando la stampa al Palazzo di Vetro a New York, ha anche esortato la comunità internazionale a cooperare con le Nazioni Unite per la ricostruzione dei Territori palestinesi. Per Guterres, i leader israeliani e palestinesi hanno la responsabilità di rilanciare un dialogo serio. E “per completare i colloqui sul cessate il fuoco” tra le parti, la delegazione della sicurezza egiziana è arrivata a Gaza attraverso il checkpoint di Beit Hanoun nel nord della Striscia. Avrà incontri con Hamas e le altre fazioni palestinesi.

Gli 11 giorni di conflitto – Dal 10 maggio – data di inizio dei combattimenti – circa 4mila razzi sono stati lanciati dalle fazioni armate palestinesi contro il territorio israeliano, migliaia anche i bombardamenti e raid aerei all’interno della Striscia di Gaza. Le Idf hanno comunicato che il 90% dei razzi diretti contro aeree abitate è stato intercettato dal sistema Iron Dome: nello Stato ebraico si contano 12 morti, nove israeliani e tre lavoratori stranieri (due della Thailandia e uno dell’India). Oltre 350 persone sono rimaste ferite. Sul lato palestinese, il ministero della Sanità di Hamas ha riportato la morte di 243 persone, tra cui 66 minori e 39 donne, ed il ferimento di oltre 1.600 persone in migliaia di raid israeliani sulla Striscia.