di Massimo Giunco
Un fatto è certo. Non sentiamo il bisogno di tutto ciò. Inutile entrare nel merito della questione, chi ha ragione o chi ha torto, non è importante. Vedere che la dialettica tra Davide Casaleggio ed il Movimento 5 Stelle è diventata una battaglia legale è una cosa che fa male. Fa male alla reputazione del Movimento, fa male ai sentimenti degli utilizzatori di questa piattaforma, fa male – in ultima analisi – soprattutto al destino di una idea che ci aveva regalato una speranza di cambiamento.
La piattaforma Rousseau era (ed è) la differenza tra un normale partito ed il M5s. È la spinta propulsiva dal basso, è la condivisione permanente e la costruzione della sintesi del pensiero politico del movimento, è la ragione vera di diversità rispetto al passato e al presente del resto della politica italiana. A chi partecipa alla piattaforma non interessa chi sia il proprietario legale o gestionale di Rousseau. Interessa costruire l’idea del M5s in modo collettivo e democratico, magari non perfetto, ma unico nello scellerato panorama politico di questo paese.
Chi vi si è iscritto lo ha fatto per partecipare alla vita ed alle idee del Movimento, per contribuire al cambiamento. Non per aderire ad un social network dal nome intellettuale. Questo lo dovrebbero tenere a mente tutti, Beppe Grillo, Casaleggio, Crimi, Conte. Tutti i deputati e senatori che sono stati legittimati a rappresentare il Movimento dal consenso ottenuto dai partecipanti alla piattaforma. Tutti i ministri e sottosegretari M5s dell’attuale governo, che sono in carica dopo l’approvazione dei partecipanti alla piattaforma. Tutti i reggenti politici del M5s, che devono nutrirsi dei responsi della piattaforma per essere gli ambasciatori di una idea diffusa di cambiamento, di onestà, di legalità, di modernità e per diventare funzionari di un partito qualunque.
Ora è venuto il momento della responsabilità. I partecipanti alla piattaforma sono un patrimonio da salvare e – soprattutto – da rispettare. Casaleggio deve capire che tutti i membri di Rousseau non gli appartengono, perché se si sono imbarcati in questa magnifica avventura è stato solo per essere il motore decisionale del Movimento, e non per amore verso la Casaleggio & Associati. Crimi, Grillo e Conte devono accettare la realtà legale della situazione (ci sono contratti e costi di gestione che sono stati decisi insieme ed implementati – sempre insieme – negli anni e l’esproprio non rientra nella cultura del Movimento).
Sedetevi intorno ad un tavolo, chiudete la porta che vi collega al mondo esterno, e trovate una soluzione. È il vostro dovere. Non avete alternativa se volete essere credibili e all’altezza della fiducia che vi è stata concessa – politicamente ed elettoralmente – in questi anni. La posta in gioco è enorme. È il momento di vedere se avete un senso di responsabilità. Perché questo è ciò che si aspettano gli aderenti a Rousseau e tutto il M5s.