A una settimana dalla decisione di non registrare il decreto che prevedeva il finanziamento dello sviluppo del vaccino Reithera, ideato in Italia con la collaborazione dell’Istituto Spallanzani, sono state depositate le motivazioni della Corte dei conti che ha bloccato di fatto il proseguimento della sperimentazione che era in fase 2 del composto. Per i giudici “l’assenza di un valido e sufficiente investimento produttivo, ai sensi degli artt. 5, 14 e 15 del D.M. 9 dicembre 2014, non ha consentito di ammettere al visto di legittimità l’atto in esame”. La decisione dei magistrati ha portato alla ricusazione del visto e della conseguente registrazione del decreto del ministero dello Sviluppo economico. L’accordo di sviluppo fu sottoscritto il 17 febbraio 2021 dal Mise, dall’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa – Invitalia e dalla Società Reithera, volto a sostenere il programma di sviluppo industriale da realizzare presso lo stabilimento produttivo sito in Castel Romano (Roma).

“In particolare, tale programma prevedeva un progetto di investimento finalizzato all’ampliamento dello stabilimento produttivo sito in Castel Romano e un progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale destinato a completare la sperimentazione clinica (studi clinici di fase 2 e 3) del vaccino anti Covid-19 – si legge nella nota -. La sezione ha ritenuto il progetto di investimento proposto inconciliabile con la condizione posta dall’art. 15, comma 1, del DM 9 dicembre 2014, secondo cui le spese sono ammissibili ‘nella misura necessaria alle finalità del progetto oggetto della richiesta di agevolazioni’ e non, come invece risulta dal progetto presentato, per le finalità generali – produttive o di ricerca, anche per conto terzi – perseguite da Reithera, né per le ancor più generali finalità di rafforzare la consistenza patrimoniale dell’impresa”. “Il progetto di investimento produttivo, infatti, ai sensi dell’art. 14, comma 2, del citato D.M. non può riguardare l’intero complesso aziendale ma solo determinate ‘unità produttive”, si precisa.

“L’acquisto della proprietà della sede operativa della società, sita in Castel Romano (Roma), per un previsto importo di euro 4.000.000,00, non attiene alla singola ‘unità produttiva’, rappresentata dal realizzando impianto di infialamento e confezionamento, come sostenuto dall’amministrazione, ma riguarda l’intera sede dove la società svolge il complesso delle sue attività che ‘nel 2019 ha riguardato essenzialmente attività di ricerca e sviluppo per conto della società controllante Keires A.G.’, come riportato nella stessa Relazione di Invitalia. L’inammissibilità del progetto di investimento costituito dall’acquisto della proprietà della sede operativa della società non consente, pertanto – si conclude -, ad avviso della Sezione, al solo investimento rappresentato dalla realizzazione dell’impianto di infialamento e confezionamento, per un importo di euro 7.734.126,68, di raggiungere la soglia minima di 10 milioni di euro prescritta all’art. 5, comma 3, del D.M. 9 dicembre 2014, per la validità dell’investimento produttivo. L’assenza di un valido e sufficiente investimento produttivo, ai sensi degli artt. 5, 14 e 15 del D.M. 9 dicembre 2014, non ha, pertanto, consentito di ammettere al visto di legittimità l’atto in esame”.

“Il Mise è disponibile a contribuire al progetto del vaccino Reithera nelle forme e nei modi consentiti utilizzando diversi e innovativi strumenti previsti anche dalle nuove norme” ha fatto sapere il ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti in una nota, anche in previsione di un incontro con Reithera e dopo le motivazioni della Corte dei Conti. E la società ha espresso “soddisfazione per le importanti parole del Ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, circa la disponibilità del Mise a contribuire al progetto del vaccino, all’indomani del pronunciamento della Corte dei Conti: è una ulteriore prova della validità e bontà del progetto e uno stimolo a profondere ancora più impegno, passione e professionalità nella sua realizzazione“. Nella considerazione che il “fattore tempo è elemento indispensabile”, la Società è “fiduciosa del pronto intervento delle istituzioni ,e del Mise in particolare, che stanno dimostrando forte sensibilità al tema”.

“La fase 3 della sperimentazione del vaccino dipende da Reithera e dagli investimenti. Aspettiamo oggi le motivazioni della decisione della Corte dei Conti, ma siamo pronti a riprendere nostro lavoro. La ripresa della sperimentazione dovrà però essere valutata da chi finanzia lo studio. Come Spallanzani siamo pronti e disponibili” ha dichiarato Francesco Vaia, direttore dell’Inmi Spallanzani, ospite di ‘Agorà su Rai3.

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