Nella Regione amministrata dal centrodestra il nuovo provvedimento consente ai locali che si trovavano in una situazione di irregolarità - perché troppi vicini a luoghi "sensibili" secondo la precedente legge - di non dover togliere videolottery e slot se l’apertura di questi luoghi è cronologicamente posteriore. Le opposizioni: "Una sanatoria che crea dei monopolisti"
Si parla di contrasto, ma sembra una sanatoria per i gestori di sale slot e scommesse. La giunta di Alberto Cirio fa un favore al settore dei giochi e rilancia slot machine e videolottery grazie ad alcune deroghe alle norme che, dal 2016, impongono distanze minime tra i locali con questi apparecchi e alcuni luoghi ritenuti sensibili. Dopo i tentativi falliti dei consiglieri regionali della Lega, bloccati non soltanto dall’opposizione e dalle associazioni del terzo settore, ma anche da alcuni alleati, oggi l’esecutivo piemontese ha approvato un disegno di legge chiamato “Contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico (gap)” dietro al quale si nascondono, neanche troppo velatamente, delle deroghe.
Nel 2016 il Piemonte aveva adottato una legge contro la ludopatia che imponeva alcune limitazioni alle attività, come ad esempio distanze minime tra i locali con le slot machine o le videolottery (quelle che prevedono giocate e vincite più ricche) e alcuni luoghi come scuole, centri per anziani, ma anche banche, bancomat e compro-oro, per evitare che i giocatori patologici, con una dipendenza dall’azzardo, potessero procurarsi denaro per continuare a giocare. La legge valeva anche per quegli esercizi che si trovavano in una situazione irregolare, obbligandoli a mettersi in regola e dismettere le apparecchiature entro 18 mesi di tempo (per bar e tabaccherie) e nell’arco di tre e cinque anni per sale scommesse e sale slot, termini che scadono tra venti giorni. Proprio contro questo principio di “retroattività” si era schierata la Lega.
A più riprese, nell’ultimo anno, il partito di maggioranza ha cercato di portare avanti il suo intento fino a quando, dopo le manifestazioni di piazza di associazioni come Acli, Cgil, Legambiente, Libera e Gruppo Abele, Arsenale della pace e altri, e dopo i 65mila emendamenti presentati dalle opposizioni, il 21 aprile scorso ha ritirato la proposta. Oggi, proprio un mese dopo, le norme contro la retroattività rientrano dalla finestra. Il testo, si legge nella nota della giunta, sancisce che “il distanziometro a 400 metri dai luoghi considerati sensibili (tra cui compro oro, bancomat, scuole, ospedali) non trova applicazione (…) nel caso in cui l’apertura di questi luoghi sensibili avvenga cronologicamente dopo l’apertura dei locali in cui sono installati apparecchi per il gioco legale”. Inoltre “chi ha dismesso gli apparecchi in forza della legge 9/2016, può rivolgere istanza per reinstallarli senza che ciò venga considerata nuova apertura. Pertanto si elimina l’effetto di retroattività della vecchia legge”. E questo era il punto centrale della proposta leghista bocciata.
Il testo prevede anche alcune misure contro il gap, come i controlli sulla maggiore età dei giocatori e la possibilità di utilizzare le slot attivandole con il codice fiscale o la tessera sanitaria, lo stanziamento di un milione di euro annui per il contrasto alla ludopatia, l’istituzione di una giornata “Slot, no grazie!”, ma anche la creazione di una sezione specifica contro il gap all’Osservatorio epidemiologico delle dipendenze patologiche: “Con questo disegno di legge investiamo un milione di euro l’anno per combattere la ludopatia e contemporaneamente saniamo un problema che si era creato con la vecchia legge, cioè la retroattività di una norma che danneggiava gli operatori legali di un settore in cui lavorano migliaia di persone”, ha spiegato l’assessore regionale, Fabrizio Ricca.
“La giunta consentirà alle sale slot che non si sono adeguate alla legge 9 del 2016 e alle norme sui distanziometri di godere fra 20 giorni non solo di una sanatoria che gli permetterà di uscire dall’illegalità e restare al proprio posto, ma di diventare addirittura dei monopolisti che potranno cedere la propria concessione a nuovi imprenditori”, denuncia il capogruppo di Liberi uguali verdi, Marco Grimaldi. Parla di “sanatoria pericolosa” Raffaele Gallo, capogruppo Pd in consiglio: “In attesa di leggere il nuovo testo e di poter fare le opportune valutazioni, voglio fin da subito precisare che continueremo a difendere una legge nella quale crediamo e che ha arginato e contrastato una patologia grave che impatta duramente sulla società, che impoverisce e distrugge cittadini e famiglie”.
“Vale ancora una volta ribadire – sottolinea Giorgio Bertola, consigliere del Movimento 4 Ottobre (ex M5s) e presidente della commissione legalità – che a distanza di tre anni dall’entrata in vigore della legge 9 del 2016, il gioco d’azzardo in Piemonte è calato del 9,7% (a fronte di un aumento del 1,6% nel resto d’Italia), le perdite dei cittadini sono diminuite del 17,8% e i due terzi delle somme non giocate nel 2018 non sono state reinvestite in altri giochi”. Non solo: “È inutile che l’assessore Ricca ci racconti del milione di euro all’anno previsto nel nuovo testo per combattere la ludopatia – aggiunge il dem Domenico Rossi – le risorse erano previste anche con la legge precedente, peccato che il Presidente Cirio e la sua giunta non abbiano speso un centesimo”.