Il nuovo decreto Sostegni, che servirà a traghettare l'Italia fuori dalla crisi economica causata dal Covid-19, non prevede il rifinanziamento dei sussidi statali per la rottamazione dei veicoli inquinanti e l'acquisto di quelli a basse emissioni. La preoccupazione delle associazioni di categoria
Gli incentivi statali alla rottamazione dei veicoli inquinanti e all’acquisto di quelli a basse emissioni non saranno rifinanziati. Il decreto Sostegni-bis infatti non lascia spazio a nuovi fondi per l’ecobonus, esaurito già da inizio aprile per le auto nella fascia 61-135 g/km di emissioni di CO2.
Una decisione che ha suscitato le preoccupazioni delle associazioni di categoria UNRAE, FEDERAUTO e ANFIA, che in un comunicato stampa congiunto hanno definito la scelta del governo Draghi di non inserire, nel decreto, interventi a sostegno della domanda del settore auto “un’inaspettata mancanza”, oltre a essere anche “una dimenticanza che va contro la strategia di accelerare la transizione ecologica”.
Nelle ore precedenti all’approvazione del nuovo decreto, infatti, si era parlato della possibilità di un nuovo rifinanziamento degli incentivi: intervento per cui le stesse associazioni si spendevano da tempo con appelli all’importanza che questo avrebbe avuto proprio per il sostegno del settore auto, gravemente affossato dalla crisi pandemica.
I dati sulle immatricolazioni dell’ultimo mese – e in generale, del primo quadrimestre 2021 nonostante gli incentivi – non hanno lanciato buoni segnali per lo stato di salute attuale del mercato, e neppure per quello futuro. Commentando i numeri di aprile, infatti, il Centro Studi Promotor avvertiva che “per il mercato dell’auto si aprirà una crisi ben più severa di quella del primo quadrimestre di quest’anno che potrebbe portare il 2021 a chiudere il suo consuntivo anche molto al di sotto del risultato catastrofico del 2020 in cui, con 1.381.646 auto vendute, si ritornò ai livelli degli anni ’70 del secolo scorso”.
Sicuramente i 250 milioni di euro a favore della fascia di veicoli più richiesta (cioè quella con emissioni di CO2 tra 61-135 g/km), stanziati a partire dal 1 gennaio 2021, sono stati un salvagente importante per risollevare la domanda nel settore auto, e probabilmente avranno effetto almeno fino alla fine del mese di maggio, secondo quanto stimato ancora dal Centro Studi Promotor.
Ma, stando alle previsioni, potrebbero non bastare a evitare al comparto automotive italiano un consuntivo, per il 2021, drammatico. Situazione “allarmante” ribadiscono ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE in riferimento all’andamento di maggio, stimando un calo del 30% rispetto al 2019 – quindi ancora più forte di quello del quadrimestre precedente: “chiediamo a Governo e Parlamento, che, in fase di conversione del Decreto Sostegni-bis, le misure in vigore possano essere prorogate e rifinanziate in maniera sostanziosa” hanno concluso le associazioni.