Prima di tutto la conferma: nessun tetto al numero degli invitati (in realtà è fissato a 1000), ma solo un limite dettato dalla grandezza degli spazi a disposizione. Obbligatorio il Covid pass, il certificato che attesta la vaccinazione avvenuta almeno con la prima dose almeno 15 giorni prima della cerimonia, la guarigione da Covid o un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti
Pronti a ballare, ma solo per 15 minuti. È questa una delle indicazioni a margine del protocollo per i matrimoni validato ieri dal Comitato tecnico scientifico, che detta le linee generali per le nozze e tutte le altre funzioni civili e religiose a partire dal prossimo 15 giugno. A fornirla è stato Michele Boccardi, presidente di Assoeventi al Corriere della Sera commentando proprio le nuove indicazioni. Prima di tutto la conferma: nessun tetto al numero degli invitati (in realtà è fissato a 1000), ma solo un limite dettato dalla grandezza degli spazi a disposizione. Accanto a questa, il Covid pass e le mascherine degli sposi. Ma quali sono le misure nel dettaglio?
Il Covid manager e Green pass – Rispetto a quanto definito dalla Conferenza Stato – Regioni, la prima importante differenza è data dalla mancanza dell’obbligo di avere un Covid manager ogni 50 invitati. La richiesta è venuta meno nel momento in cui è stato reso obbligatorio il Covid pass: il certificato che attesta la vaccinazione avvenuta almeno con la prima dose almeno 15 giorni prima della cerimonia, la guarigione da Covid o un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti. A possederlo dovranno essere tutti gli invitati, sposi compresi. L’utilizzo del pass ha reso inutile la raccolta preventiva della documentazione, rendendo però necessario mantenere l’elenco degli invitati per un periodo di 14 giorni dopo la cerimonia.
Le mascherine per gli sposi – Nessuno si azzardi a perdere l’abitudine della mascherina. Per tutti, sposi inclusi, vale l’obbligo di indossarla sia negli ambienti interni (quando non si è seduti al tavolo per mangiare) che all’aperto nel momento in cui non diventa possibile mantenere la distanza di almeno un metro tra gli invitati. Il protocollo, inoltre, raccomanda esplicitamente di cercare di svolgere gli eventi all’aperto, quando possibile, così da ridurre le possibilità di contagio.
Almeno 2 metri di distanza tra i tavoli – L’indicazione proposta dal Comitato è quella di disporre i tavoli a una distanza minima di 2 metri tra loro (2 e mezzo quando possibile), considerando lo spazio di passaggio per camerieri e addetti.
Sì ai buffet ma solo se serviti – Scordiamoci gli assembramenti classici al buffet. L’unico modo per averli è affidarsi al servizio del personale di sala, che esclude quindi la possibilità per gli ospiti di toccare il cibo. Anche in questo caso, sia ospiti che camerieri e addetti saranno obbligati a mantenere alta la mascherina così come la distanza fisica.
Fotografi e musicisti – Dal comitato arrivano anche indicazioni per il personale tecnico. I fotografi avranno l’obbligo di indossare sempre la mascherina nel momento in cui la distanza tra loro è inferiore al metro da invitati e sposi, mentre i gruppi musicali dovranno rimanere ad almeno 3 metri di distanza dal pubblico (se non dovessero essere presenti barriere antidroplets).
Musica e balli – Stando alle indicazioni fornite, all’esterno sarà sempre possibile prendere parte a danze e balli di gruppo, ma all’interno la vicenda si complica. Andranno definiti dei tempi ancora una volta sulla base della grandezza degli spazi a disposizioni. Le tempistiche, precisa Boccardi, “sono convenzionalmente identificate dai gestori in 15 minuti tra una portata e l’altra”. Si tratta quindi di un’indicazione di massima e non di una vera regola integrata nel protocollo del Cts.
Le bomboniere – Interrompendo la tradizione, i matrimoni dal 15 giugno non prevederanno la cerimonia di consegna delle bomboniere da un tavolo all’uscita del locale. In questo caso, le indicazioni prevedono che siano gli sposi stessi a consegnarle personalmente, sempre dopo aver igienizzato le mani.