Dopo il corteo che venerdì 21 maggio ha visto sfilare per le vie della città diverse realtà romane tra cui movimenti, consultori e associazioni cittadine, le proteste in occasione del G20, il Global Health Summit, non si fermano. A scendere in piazza sabato 22 maggio è stata l’Unione sindacale di base (Usb). Al centro della manifestazione, ancora una volta, la richiesta della liberalizzazione dei brevetti sui vaccini, per una sanità pubblica aperta a tutti che non si basi solo sul profitto e sul mercato. ”Il Pnrr (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) stanzia pochissimi soldi per la sanità – ha dichiarato Pierpaolo Leonardi, dell’esecutivo nazionale confederale Usb – e questa è la prova che non c’è da parte del Governo nessuna volontà di modificare il sistema.” ”Il vaccino deve essere un bene comune come l’acqua” – gli fa eco Licia Pera, dell’Unione sindacale di Base. Un cambio totale di rotta è quello che chiedono a gran voce i manifestanti: fine dello smantellamento della sanità pubblica, fine del precariato lavorativo con regolarizzazione dei posti di lavoro, per evitare l’aumento delle disuguaglianze sociali. In piazza era presente anche la comunità palestinese di Roma per protestare contro le aggressioni subite in queste ultime settimane e una delegazione dei portuali livornesi che in questi gioni hanno bloccato il porto, non permettendo così il transito di armi destinate all’esercito israeliano.
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