Qualche giorno fa il quotidiano cinese China Daily ha attaccato Greta Thunberg per la sua critica nei confronti delle emissioni di carbonio prodotte dalla Cina. L’articolo, firmato dallo scrittore cinese Tang Ge, arriva a definire l’attivista 18enne una “principessa ambientale“, ma “anche se afferma di essere vegana, a giudicare dai risultati del suo sviluppo, le sue emissioni di carbonio non devono essere così basse”. I media statunitensi hanno ripreso la notizia definendo l’attacco del giornale cinese come un esempio di body shaming o fat shaming.
Being fat-shamed by Chinese state owned media is a pretty weird experience even by my standards. But it’s definitely going on my resume. https://t.co/VfSEHU5N1A
— Greta Thunberg (@GretaThunberg) May 21, 2021
Il pezzo di Ge nasce in risposta a un tweet dell’attivista svedese che riprendeva un rapporto recentemente pubblicato da un think tank statunitense. Nello studio si sosteneva che le emissioni annuali della Cina nel 2019 sono state più alte di quelle di tutte le nazioni sviluppiate messe insieme e per questo motivo, la ragazza invitava il paese a cambiare “drasticamente rotta“. L’autore ha diffuso il suo articolo prima sui social media e sull’app di messaggistica cinese WeChat, e poi è stato ripreso dal quotidiano di proprietà del Partito Comunista Cinese. I tanti utenti che l’hanno letto hanno iniziato ad attaccare la ragazza lamentandosi dei suoi “doppi standard” nel muovere le critiche: a loro dire particolarmente agguerrita con la Cina ma molto meno dura con Europa e Stati Uniti, che dal 1750 ad oggi sono ancora quelli con le emissioni cumulative più alte.
“La principessa non ha mai piantato un albero nel deserto – si legge nell’articolo -. Al contrario, è andata in giro, tenendo in mano diversi cartelli di protesta che hanno inquinato l’ambiente”, ha poi concluso l’autore.