Quando la campagna vaccinale era iniziata da poche settimane la cronaca ha dovuto registrato il fenomeno dei furbetti che hanno saltato la fila scavalcando chi ne aveva diritto prima. Le Regioni – e le procure – hanno reagito al fenomeno con diversi provvedimenti. E ci sono già alcune sentenze dei giudici amministrativi. Una delle ultime, come riporta Il Sole 24 ore, è quella del Tribunale ammnistrativo di Catania. Il verdetto è molto duro con cui chi ha ottenuto la prima dose del vaccino con percorsi “abbreviati”. Le toghe hanno deciso che non può pretendere anche la seconda dose con la stessa procedura.
Alcuni vaccinati con il percorso abbreviato hanno impugnato il provvedimento dell’Assessore regionale alla Salute della Sicilia che ha sospeso la somministrazione della seconda dose di vaccino (cioè il richiamo) per chi, non avendone diritto, aveva avuto comunque accesso alla prima dose. Dopo la prima iniezione di vaccino Pfizer, pur non rientrando nelle categorie prioritarie indicate dal Piano strategico nazionale, i ricorrenti hanno chiesto al Tar di ordinare all’Asl di somministrare la seconda dose di vaccino entro i successivi 40 giorni, sostenendo che, in mancanza, si sarebbero potuti verificare effetti dannosi per la salute. E in particolare si chiedeva di completare il ciclo vaccinale per evitare di ripeterlo.
Il ricorso è stato rigettato perché non esiste una letteratura scientifica su possibili o eventuali ripercussioni sulla salute causati dalla mancata somministrazione della seconda dose. Per i magistrati il rischio sarebbe quello della possibile inefficacia del vaccino. Inoltre secondo il Tar la somministrazione della seconda dose non può essere ottenuta facendo leva su un presunto risparmio di spesa perché è prevalente invece l’interesse generale a garantire il regolare proseguimento della campagna vaccinale nei confronti degli aventi diritto, tenendo conto proprio del contingentamento del numero delle dosi di vaccino.