Affondano i bond subordinati di Unicredit “Cashes”, il cui valore tocca oggi i 47 centesimi dai 61 di pochi giorni fa. Il calo è iniziato venerdì scorso dopo che la banca ha annunciato che non avrebbe pagato il dividendo atteso per domani 25 maggio. I Cashes sono obbligazioni ibride, più vicine alle azioni (in cui possono essere convertiti se la banca ha bisogno di capitale) che alle obbligazioni ordinarie e quindi molto più rischiose. La banca ha la facoltà di non erogare la cedola se il bilancio della banca si chiude in perdita come accaduto nel 2020. Tuttavia è una scelta e non un vincolo. Ed è un segnale al mercato. Non è la prima volta che “salta” una cedola ma la decisione del nuovo amministratore delegato Andrea Orcel ha colto di sorpresa gli investitori. Solo lo scorso febbraio il responsabile finanziario della banca Stefano Porro aveva infatto risposto affermativamente agli analisti che chiedevano se la banca si aspettava di pagare la cedola.
I cashes sono stati emessi nel 2009 per un ammontare complessivo di circa 3 miliardi di euro e con scadenza al 2050. All’epoca, alla guida della banca c’era ancora Alessandro Profumo, che imbastì questa operazione nell’ambito del più ampio aumento di capitale. Il risparmio del mancato pagamento della cedola è modesto. La rata di maggio vale 30 milioni di euro, su un ammontare complessivo del dividendo, per il 2021, di 121 milioni di euro. La decisioni non sembra dettata quindi da difficoltà finanziarie, quanto piuttosto da una sorta di avviso al mercato nel tentativo di smorzarne l’attitudine molto speculativa verso questi prodotti. Tuttavia qualche timore serpeggia, soprattutto riguardo alla possibilità che la decisione possa costituire un “precedente”, indicativo dell’orientamento di Orcel. “Rivediamo periodicamente il nostro approccio. In particolare, con il recente cambio di gestione, lo abbiamo rivisto internamente e abbiamo preso una decisione coerente con il nostro approccio passato e con i termini e le condizioni dei Cashes” ha commentato la banca.
Gli analisti della banca statunitense Citi non prevedono comunque ripercussioni sulla politica di dividendi azionari di UniCredit. “Sebbene possa essere una sorpresa negativa per i detentori dei Cashes, non dovrebbe avere alcun impatto sulla capacità della banca di pagare i dividendi sull’utile 2021 né sull’annunciato buyback”, scrivono in una nota. Alla stessa Citi è stata affidata le gestione del programma di riacquisto dei azioni proprie (buyback) da partedi Unicredit che vale complessivamente 652 milioni di euro.