FQChart è la media aritmetica settimanale dei sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani in esclusiva per Il Fatto Quotidiano.

Concorrono alla media tutti i sondaggi pubblicati dai maggiori istituti demoscopici nella settimana appena conclusa.

Settimana dal 17/5 al 23/5/2021.

La corsa di FdI (al 18,8% medio, +0,4) per agguantare il primo posto tra i partiti politici italiani si avvantaggia del calo del Partito Democratico che per due anni ha occupato stabilmente la seconda piazza dietro la Lega, ma che subisce una perdita dello 0,7% negli ultimi 15 giorni provocando formalmente il sorpasso (18,6% il dato medio per il Pd).

Che si tratti di una tappa inevitabile per raggiungere la vetta o di una fluttuazione momentanea saranno le prossime settimane a dirlo, ma rimane il fatto che al momento nulla lascia supporre che il partito di Giorgia Meloni possa fermarsi.

I Dem risentono ancora della scelta di entrare nel governo Draghi, scelta che non ha convinto tutti i loro elettori, e della rinuncia traumatica di Nicola Zingaretti alla guida del partito; ma è anche la linea morbida adottata dal nuovo segretario Letta, più improntata alla pax interna e alle tematiche che ruotano intorno ai diritti civili, a far perdere pezzi nell’elettorato che guarda più a sinistra.

Né sembrano avvantaggiarlo le occasioni di scontro, anche cercate, con il leader della Lega Salvini.

Quest’ultimo si trova ancora a capo del primo partito d’Italia, più per demeriti altrui che per meriti propri. La Lega (21,4%) rimane stabile con due punti e mezzo di vantaggio sui Fratelli d’Italia.

E stabile rimane il M5s che sfiora il 17%. Le polemiche interne, le diverse posizioni sull’operato del governo, l’attesa ormai spasmodica e stancante per l’arrivo ufficiale della nuova leadership by Giuseppe Conte non sembrano scalfire quello che si può ormai definire lo zoccolo duro dei grillini (esattamente due anni fa, il 17% alle Elezioni Europee).

Stabili e sonnacchiose le performance di tutti gli altri partiti: Forza Italia al 7,5%, Leu (Si+Art. 1) al 3,8%, Azione al 3,3% e ItaliaViva al 2,3%.

(Istituti considerati: SWG, EMG, Noto, Index Research, Tecnè)

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