1. Mi chiedo dove sono stato negli ultimi quarant’anni. Come ho potuto ignorare un Festival di tale prestigio come l’Eurovision Song Contest, proprio quest’anno vinto dai Maneskin? Nel tempo mi sono perso fior fiori di artisti, persino un Battiato d’annata! Ma soprattutto gente come Duncan Laurence, Netta, Salvador Dobral, Jamala, Måns Zelmerlöw, Eli e Nikky, giusto per citare i vincitori delle ultime edizioni. Volendo esagerare si potrebbe dare uno sguardo all’intero albo; parliamo di gente capace di orientare indiscutibilmente la storia della musica Pop/Rock, caspita!
Sono sempre più convinto del fatto che, anziché dedicare scritti alla musica, vista la mia evidente inadeguatezza, dovrei prendere seriamente in considerazione altro. Ad esempio, la terra; i tipi di zappe, le rasa erba a scoppio, i concimi biodinamici, i pomodori.
Sì, insomma, credo proprio che mi ci vorrebbe un deciso cambio di rotta. Nell’attesa di concretizzare tali nuove prospettive, siamo già partiti con il primo punto dei nove consueti di questo blog – che proprio nel mese di maggio compie dieci anni. Seguitemi.
2. Qualcuno dice: “Ma se Questi possono servire a riportare i ragazzini a suonare un genere che, fino all’anno scorso, ascoltavano ancora solo i quarantenni allora viva i Maneskin!”. Seguendo tale ragionamento, un ragazzino dovrebbe partire da certe logiche televisive per poi arrivare alla “vera” musica rock. Ricapitolando: a) appassionandosi ai gruppi che Manuel Agnelli ci propone come ennesime next big things italiane b) scoprire successivamente i grandi classici, oppure affinando le proprie ricerche entro generi più di nicchia.
3. Ci credete veramente? Ma non succederà mai! I Maneskin sono un prodotto televisivo e non una band vera e propria. Comprendere ora la differenza tra prodotto televisivo e musicale, visti i tempi, richiede, in effetti, un certo impegno; per semplificare, si cominci a cogliere le dinamiche televisive, le quali non hanno nulla a che vedere con la musica. Dovremmo ricordare sempre che la tv storicamente è stata a servizio della musica e non il contrario. Mi spiego meglio: la musica non è a servizio della Tv e tutto ciò che invece prevede tali sviluppi è semplicemente… un programma televisivo. Ci siamo capiti?
4. Secondo me quei ragazzini non si innamoreranno mai – chessò – di Nick Cave, per il semplice fatto che nell’algida figura di Re Inkiostro non troveranno alcuna connessione con ciò che li ha fatti innamorare dei Maneskin. Quei ragazzini continueranno ad innamorarsi di epigoni di Damiano e soci, facendo sì che la musica rock possa restare un precetto ad uso e consumo esclusivo di noi “poveri boomers”. E meno male, almeno questo può restare.
5. Ma poi… chi l’ha detto che la musica rock debba necessariamente essere salvata? Ma chissenefrega! Quello che è stato è stato! Esiste un testamento – apocrifo e non – in grado di illuminare a giorno, presente passato e futuro per secoli a venire. Davvero pensate che le nuove generazioni potrebbero restituire lustro ad un genere che, come pare evidente, non ha più nulla da aggiungere? Il futuro della musica – come è ovvio che sia – è interamente da ricercare nel passato, non certo millantato in format televisivi.
6. Le nuove generazioni comincino a scavare nel tempo, si tirino su il ciuffo e pure le maniche; dopo di che mettano mano alla propria curiosità. Comprare dischi, ascoltare le differenti piattaforme, esiste un autentico mare magnum di possibilità – oltreché musicale – da scoprire. Se ciò potrà servire a riportare i ragazzini a suonare un genere che fino all’anno scorso, ascoltavano ancora solo i quarantenni, allora viva la curiosità, altro che Maneskin! Sempre sui Maneskin ancora due domande: a) Avrebbero potuto avere qualche chance di arrivare ad ottenere un posto concreto nella musica italiana seguendo l’iter di un percorso privo di scorciatoie? b) Non pensate che un calderone tritatutto come XFactor possa distruggere ogni tipo di velleità reale? È sufficiente cercare nell’albo d’oro del programma per rendersi conto che non esiste nessuna band che ce l’abbia fatta. Sto parlando di rock band, a scanso di equivoci e non di pseudo-pop star.
7. Ma niente, i Maneskin sembrano diversi, al punto da scomodare, all’indomani del “trionfo”, un coacervo di personaggi – anche istituzionali, pronti nel celebrare la loro vittoria: “Ma vincitori de che?”. Ma che cos’è l’Eurovision? Se solo qualcuno di questi figuri avesse coscienza reale di cosa si stia parlando, farebbe di tutto per non essere interpellato, cercherebbe in ogni modo di favorire l’anonimato! E invece… Sindaci, presidenti, ministri, attori, cantanti, giudici televisivi e chi più ne ha più ne metta… tutti pronti nel salire sul carro dei vincitori! Un’ultima cosa crea un certo imbarazzo, ovvero riscontrare “l’ingrifamento” di numerosi cinquantenni per sti ragazzini. Gente che fino all’altro ieri andava ai concerti dei Cure, U2 e compagnia bella. Siamo alle cozze!
8. “L’Italia non è un paese Rock!”, qualcuno tuonava e aveva ragione! Vogliamo renderci conto che i Maneskin dopo aver legato il proprio nome a programmi come Xfactor, Sanremo e pure l’Eurovision, non avranno più alcuna credibilità in certi ambiti? Come potranno – una volta passata la fiera – cancellare dal proprio curriculum siffatte scelte? Sì, d’accordo, qualcuno contesterà sostenendo che a Sanremo c’è passata anche la storia del rock italiano… Ma quelle band sono capitate dopo essersi conquistate una propria indipendenza artistica, svincolata da certe logiche e soprattutto dopo aver fatto la cosiddetta gavetta!
9. E a proposito di gavetta, Matteo Renzi – uno che di musica sospetto ne sappia come il sottoscritto di rasa erbe – ha twittato: “Complimenti ai Maneskin, primi italiani a vincere Eurovision dopo 31 anni. Mi piace l’idea che inseguendo un sogno si possa partire da suonare per strada in via del Corso al gradino più alto d’Europa. Chapeau”. Ora, sapreste dirmi quando i Maneskin avrebbero cominciato a suonare per cantine? Quando avrebbero fatto la fame e via dicendo? Se ho ben compreso sono poco più che maggiorenni e l’avventura a XFactor l’avrebbero cominciata nel 2017. I conti fateli voi.
Nel salutarvi, metto le mani avanti. All’indomani di quanto sostenuto in questo post, sarò tacciato di snobismo e tanto altro; non sarebbe la prima volta. Ebbene voglio lasciarvi con il più dolce dei coming out: è assolutamente così! La musica – quella vera – è una grande passione, ma è bene ricordare che la è soltanto per coloro che la cercano, che la sentono veramente, ergo non è per tutti! Per gli altri esistono naturalmente i format televisivi.
A chi mi legge rivolgo il piacere dell’ascolto della playlist consueta, collegata ai post: nove canzoni che potrete godervi gratuitamente sul mio canale Spotify.
Buon ascolto.
9 canzoni 9 … (non) per tutti