Era stato rieletto quattro volte a capo della Federazione internazionale dell'automobile, senza più candidarsi nel 2009 quando fu diffuso un video che lo ritraeva mentre veniva frustato in un'orgia con alcune prostitute vestite in uniforme nazista. Figlio del partito fascista britannico, ha scritto la storia della Formula 1 rendendolo lo sport miliardario e patinato di oggi
È morto a 81 anni l’ex capo della Formula 1 e presidente della Fia, Max Mosley. A riferirlo è la stampa inglese, riportando la scomparsa di una delle figure più influenti e controverse nel mondo del motorsport, considerato assieme a Bernie Ecclestone l’uomo che ha reso la F1 lo sport patinato di oggi. Max Mosley era il figlio più giovane del leader fascista Oswald Mosley, che fondò e guidò l’Unione britannica dei fascisti negli anni ’40. Lo stesso Adolf Hitler partecipò al matrimonio dei suoi genitori. La storia politica del padre condizionò fortemente la carriera da avvocato e pilota dilettante di Mosley, tanto che dovette faticare per uscire dalla sua ombra. Vi riuscì solo dopo essersi laureato, quando – dopo una breve e non proprio brillante esperienza alla guida della Williams – arrivò a lavorare per la March Engineering, una vecchia azienda britannica che costruiva vetture da competizione. Qualche anno dopo, assieme a Ecclestone, Frank Williams e Ken Tyrrell fonda la FOCA, la Formula One Constructors Association, un’associazione che fa parte della FIA con lo scopo far aumentare i guadagni delle singole scuderie e quindi rendere la F1 uno sport miliardario. A capo di questa organizzazione, nel 1981 darà vita al cosiddetto ‘Patto della Concordia‘, il contratto che gestisce il lato economico e commerciale dello sport, rendendolo l’impresa economica di oggi.
Così nel 1991 arriva a succedere a Jean-Marie Balestre da presidente della FISA che si accorperà alla FIA di cui diverrà presidente nel 1997 per essere rieletto fino al 2005. Rimarrà il capo della F1 fino al 2009, l’anno in cui è stato coinvolto in uno scandalo sessuale che ha fatto il giro del mondo. Nonostante questo, però, Mosley non si dimise, e portò alla fine il suo mandato arrivando così a passare il testimone all’ex amministratore delegato e team principale della Ferrari, Jean Todt. A riportare la notizia dello scandalo fu il quotidiano inglese News of the World che rese pubblico il contenuto di un video che vedeva Mosley protagonista di un’orgia in cui un gruppo di prostitute travestite da aguzzini nazisti lo prendeva a frustrate. A Mosley fu chiesto di presentare le sue dimissioni ufficiali ma lui non cedette. “Molte persone – spiegò in un comunicato ufficiale in quei giorni – nel segreto delle proprie stanze coltivano abitudini che altri possono considerare riprovevoli. Ma se ciò si limita all’ambito privato non dovrebbe suscitare l’interesse di nessuno”. Nel 2009, poi, dovette subire la morte del figlio, trovato senza vita sul pavimento della sua abitazione a Londra per un’overdose, cosa che gli fece abbandonare la scena pubblica. “Per me è come perdere un membro della famiglia, un fratello – ha dichiarato alla BBC l’ex patron della F1, Bernie Ecclestone, confermando la morte di Mosley -. Ha fatto una sacco di buone cose. Non solo per il motorsport, ma anche per l’industria dell’auto. Era molto bravo ad assicurarsi che venissero costruite vetture sicure”.