È l’11 luglio 1982: Paolo Rossi, già diventato l’eroe del Mundial di Spagna, a dieci minuti dall’inizio del secondo tempo segna la prima delle tre reti che fanno vincere agli azzurri il terzo campionato del mondo. Al Santiago Bernabeu di Madrid, la nazionale di Bearzot batte 3-1 la Germania dell’Ovest e Pablito conquista per sempre un posto nel cuore degli italiani. Tra poco più di un anno, nel luglio 2022, saranno trascorsi i 40 anni dalla notte che rese immortale quel bambino, che a soli cinque anni aveva indossato per la prima volta la maglia di una squadra di calcio, quella del Santa Lucia, frazione nella periferia nord di Prato.

Oggi, quella stessa comunità ha scelto di rendere omaggio al campione attraverso “un’opera d’arte non effimera“, come viene definita in una nota. L’idea nasce da Elisa Morucci, una giovane artista fiorentina che proprio dopo la scomparsa di Rossi – il 9 dicembre scorso – ha deciso di dedicargli una scultura. Un’impresa artistica alla quale hanno preso parte anche il Comune di Prato e la Pro loco del quartiere di Santa Lucia, collocando la scultura di Pablito nella piazza della frazione.

“Sono stata fin da giovanissima una grande appassionata di calcio”, dice Morucci. “Inoltre, Paolo Rossi è stato il mio primo grande amore platonico di bambina. Avevo 5 anni nell’82 e ho imparato a amare questo splendido sport anche grazie a lui. Quando ho saputo che ci aveva lasciati, l’emozione è stata grande, sono affiorati i ricordi ed è stato naturale il desiderio di tributargli un omaggio”.

La scultura, raffigurante il mezzobusto di Pablito, sarà realizzata in materiali nobili come il bronzo (seguendo l’antica tecnica della “cera persa”) e il marmo. Nello specifico si tratta di un blocco di “verde delle Alpi”, sia per riprendere i colori delle opere architettoniche del gotico toscano, sia per richiamare l’idea della Coppa del mondo, che presenta degli inserti in malachite di colore verde. L’opera s’intitolerà semplicemente ‘Paolo’ e raggiungerà i due metri d’altezza.

“So bene che tutti ricordano Paolo sorridente, mentre esulta per la mitica vittoria del Mondiale dell’82”, racconta l’artista. “Ho pensato molto a come rappresentarlo: ho cercato di trasmettere la serietà, l’educazione, il bagaglio di valori che tutti gli hanno riconosciuto nel tempo, accompagnati da una velata nostalgia. Da artista, sento la necessità di andare più a fondo quando indago un’anima, perché in fondo è di questo che si tratta. Vorrei passasse un messaggio: se è vero che molte cose cambiano in ogni campo, calcio compreso, molte altre restano, difese da persone come Paolo. Mi pareva giusto legare un certo tipo di valori ad un certo tipo di persona. Lo sport, i nostri atleti, gli artisti, ogni persona che abbia un minimo di influenza e visibilità, al contempo si porta dietro una responsabilità“.

“Paolo Rossi è patrimonio nazionale e ancor più, per noi, lo è Paolo di Santa Lucia”, dice Matteo Biffoni, sindaco di Prato. “Quest’opera è un tributo all’uomo, al campione, a un esempio di generosità I suoi occhi, il suo sorriso gentile, il suo esempio restano per ciascuno di noi un valore. Ricordarlo nella “sua” Prato è un gesto d’affetto e di stima da parte di tutta la città”.

“La notizia della scomparsa di Paolo Rossi – afferma Daniela Ciminelli, Presidente della Pro loco “Santa Lucia insieme” – ha sorpreso profondamente tutti: se per tanti era un mito, per noi di Santa Lucia era semplicemente ‘Paolino’. Per questo, quando abbiamo appreso la proposta dell’artista, abbiamo subito sposato anche l’idea di collocarlo proprio al centro della ‘sua’ Santa Lucia. Un mito non tramonta nel cuore delle persone e così lo sentiremo ancora più vicino e potremo tramandare il ricordo di chi lo ha visto crescere e diventare il campione di tutti”.

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