Il pubblico ministero Giovanni Musarò ha chiesto condanne per un totale di oltre 630 anni di carcere nei confronti dei 46 imputati nel maxiprocesso al clan Casamonica, in corso dal 27 gennaio 2020 nell’aula bunker del carcere di Rebibbia, a Roma. I reati contestati sono l’associazione mafiosa finalizzata al traffico e allo spaccio di droga, l’estorsione, l’usura e la detenzione illegale di armi. La domanda di pena più alta, 30 anni di carcere, è per i capi dell’organizzazione, tra cui Giuseppe, Luciano e Domenico Casamonica. Chiesti 26 e 25 anni per Domenico e Ottavio Spada e 25 anni per Guerrino Casamonica.
Il processo è l’esito dei 23 arresti compiuti ad aprile 2019 dai Carabinieri del Comando provinciale di Roma nell’ambito dell’indagine “Gramigna bis”, coordinata dal procuratore di Roma Michele Prestipino e dai sostituti Musarò e Luciani. Nella requisitoria, Musarò ha ricordato le decisive dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Massimiliano Fazzari (ex affiliato calabrese) e Debora Cerreoni (moglie di Massimiliano Casamonica, membro di spicco del clan), che hanno descritto la struttura e le modalità con cui agiva il sodalizio. I rinviati a giudizio erano stati 63: a fine 2019 altri 14 imputati (tra cui la Cerreoni) erano stati condannati con rito abbreviato, mentre in tre (tra cui Fazzari) hanno scelto il patteggiamento.