Il Pd, che sabato con Paola De Micheli aveva lanciato l’allarme sul rischio di aprire la strada alle mafie, ora abbassa i toni. E il Movimento 5 Stelle, da cui non erano ancora arrivate reazioni sui contenuti delle bozze del decreto Semplificazioni in materia di appalti, si allinea. La posizione comune è che velocizzare le opere per rispettare i tempi previsti nel Recovery plan è indispensabile, ma senza rinunciare a garanzie sul fronte della legalità. E se Luigi Di Maio su facebook si limita a scrivere che “è necessario semplificare le procedure” ma “rispettando sempre il tracciato della legalità, in serata dai pentastellati arriva anche una proposta concreta per sostituire il criterio del massimo ribasso: “Prevedere il meccanismo dell’offerta più congrua o della cosiddetta ‘media mediata‘”. Già nello Sblocca Cantieri, ricordano i deputati 5S nelle commissioni Ambiente, Attività produttive e Trasporti, “abbiamo inserito un criterio basato sul calcolo, eseguito con una formula automatica e non predeterminabile, di una soglia di anomalia in virtù della quale oltre alle cosiddette ‘ali’ (vale a dire l’offerta più bassa e quella più alta) si escludono automaticamente anche le offerte anomale. Intervenendo con una ulteriore riduzione degli ambiti di discrezionalità di questa procedura, definita ‘dell’offerta più congrua’, si potrebbe avere l’aggiudicazione in un solo giorno. Meglio ancora sarebbe adottare la cosiddetta ‘media mediata’, criterio oggettivo, che azzera la discrezionalità e riduce al massimo le eventuali impugnazioni. Sono queste le soluzioni se si vuole garantire la celere apertura dei cantieri, non certo criteri come il massimo ribasso che si sono già dimostrati inefficaci e dannosi”.
Nelle dichiarazioni di fonti del Nazareno dopo un incontro tra Enrico Letta, i vertici del partito ed esponenti del governo e della segreteria non c’è invece nessun riferimento esplicito ai punti incriminati. Quelli che hanno portato i sindacati a minacciare lo sciopero generale, Libera a parlare di “norma criminogena” e Stefano Fassina di Leu a ipotizzare “obiettivi inconfessabili e inconfessati” ovvero “ridurre i costi e in particolare i costi e le condizioni del lavoro”. Si tratta della liberalizzazione totale dei subappalti ma soprattutto del ritorno dell‘appalto integrato, che era stato riportato in vita già con il decreto Sblocca cantieri del Conte 1 ma stavolta va a braccetto con la possibilità, appunto, di aggiudicare i lavori al massimo ribasso.
Una scelta che non piace nemmeno alle imprese: Confindustria Servizi Hcfs, federazione che raccoglie imprese di pulizie e sanificazione, lavanderie industriali, dispositivi di protezione individuale e ristorazione collettiva, fa sapere che “il massimo ribasso andrebbe ad incidere sul costo del lavoro e sulla qualità dei servizi, determinando – nell’immediato – un crollo del mercato ed il rischio di infiltrazioni criminali. Per tutto questi motivi, chiediamo di rispettare quanto prevede l’Ue in tal senso”. E le direttive Ue non prevedono più il ricorso al criterio del minor prezzo. “Non si può ancora parlare di gare al massimo ribasso”, prosegue quindi la nota “ed il legislatore non può, ancora una volta, cambiare le regole negli appalti senza tenere conto dei servizi”.
Di Maio dal canto suo aveva confermato che “in settimana il Consiglio dei Ministri sarà chiamato a dare l’ok al decreto Semplificazioni. Siamo in una fase emergenziale che ci obbliga a procedere con celerità, sburocratizzando tutte le procedure superflue che rallentano la macchina dello Stato. Il Paese deve ripartire, c’è la necessità di creare nuove opere, far partire nuovi cantieri, dare nuove opportunità di lavoro”. Poi l’auspicio che siano “ascoltati gli amministratori locali” perché “loro più di tutti, sanno cosa serve alle nostre comunità locali per poter procedere spediti verso una ripartenza che metta al centro le riforme necessarie al Paese. Per questo mi rivolgo anche alla mia forza politica. Nelle ultime ore nel MoVimento 5 Stelle sul tema c’è un positivo confronto: allarghiamolo anche ai nostri sindaci, coinvolgiamo gli enti locali. Credo nell’idea di un forum dove confrontarci a tutti i livelli e stilare insieme una linea unitaria“.
E anche dal Partito democratico, in cui il coordinamento dei sindaci guidato da Matto Ricci aveva definito “molto positive” le anticipazioni del decreto, arriva il via libera a velocizzare tutti i procedimenti che hanno a che vedere con le opere pubbliche in particolare legate al Pnrr. Certo, fonti del Nazareno aggiungono che “al contempo c’è la necessità di muoversi nel rispetto delle norme Ue e non scardinare il sistema di regole che in Italia preserva gli appalti pubblici da infiltrazioni mafiose e atti di corruzione e garantisce la sicurezza del lavoro”.
Sulle barricate rimane Leu. Per il deputato Luca Pastorino, segretario di presidenza alla Camera, “se la strada è quella degli appalti al massimo ribasso, c’è la certezza di peggiorare la situazione. Penso alla sicurezza sui luoghi di lavoro, che deve essere una priorità assoluta sempre, non solo quando ci sono delle tragedie. Il massimo ribasso, in questo senso, è una scorciatoia pericolosa e inaccettabile“. “La riflessione – aggiunge Pastorino – è frutto anche di esperienza personale come amministratore locale. Nei Comuni, soprattutto quelli piccoli, le aggiudicazioni al massimo ribasso in passato hanno sempre provocato disastri. L’obiettivo è quello di realizzare una riforma equilibrata. In nome della velocizzazione non si deve sacrificare il resto, a cominciare dalla retribuzione dei lavoratori”.
Quindi? Durante la cabina di regia a Chigi, lunedì mattina, di decreto Semplificazioni non si è parlato. Ma è inevitabile che le bozze in circolazione nei giorni scorsi andranno riviste.