Sul posto erano in corso i preparativi per ricordare George Floyd a un anno dal suo omicidio per mano della polizia. Ma proprio all’incrocio di Minneapolis dove è morto il 25 maggio 2020, oggi noto come George Floyd Square, sono esplosi una trentina di spari e un uomo, ferito, è stato portato in ospedale. In un video dell’Associated Press si vedono persone che corrono e cercano riparo mentre risuonano i colpi. Il ferito sarebbe in condizioni critiche, ma non in pericolo di vita. Floyd è stato omaggiato in tutto il Paese con raduni, marce, concerti, da Washington Dc a New York, da Dallas ad Atlanta, mentre i grandi network americani trasmettevano speciali o interviste.
La famiglia di Floyd alla Casa Bianca – Intanto oggi Joe Biden ha ricevuto nello studio Ovale parte della famiglia di Floyd, mentre altri suoi parenti hanno deciso di rimanere a Minneapolis per ricordare George con la “Celebration of life”, una giornata di giochi e attrazioni per i giovani, performance di artisti vincitori di Grammy e una fiaccolata. L’America, a un anno di distanza, traccia un primo bilancio del più grande movimento di protesta degli ultimi decenni in Usa contro la brutalità della polizia e il razzismo, dopo la storica condanna di Derek Chauvin, l’agente bianco che soffocò l’afroamericano steso a terra premendo il ginocchio sul suo collo per oltre nove minuti, nonostante si lamentasse dicendo “non posso respirare”. Il presidente ha voluto rimarcare la ricorrenza senza strumentalizzarla o spettacolizzarla. Per questo ha preferito che l’incontro, al quale ha partecipato anche la vice Kamala Harris, fosse privato. “L’obiettivo era avere una conversazione autentica e preservarla con la famiglia”, ha spiegato la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. “Ha una relazione genuina con loro, il coraggio e la grazia di questa famiglia, in particolare della figlia Gianna, hanno colpito davvero il presidente”, ha aggiunto.
La riforma della polizia ferma al Senato – Biden non ha però potuto suggellare l’anniversario come sognava, ossia firmando la legge di riforma della polizia che porta il nome di Floyd, ancora ferma al Senato nonostante il suo appello al Congresso ad approvarla entro oggi. Il provvedimento prevede, tra l’altro, un registro nazionale sugli abusi dei poliziotti, il divieto di ‘schedare’ su base razziale o religiosa e la modifica dell’immunità per gli agenti, che li protegge dalle cause. Quest’ultimo resta il principale nodo da sciogliere nella trattativa tra i dem e i repubblicani, che sono contrari alla sua abolizione. I due principali negoziatori, rispettivamente Cory Booker e Tim Scott, entrambi afroamericani, hanno riferito che stanno facendo “progressi verso un compromesso e restano ottimisti sulle prospettive di raggiungere questo obiettivo”. Ma gli attivisti sono scettici, ricordando che i politici paladini dei cambiamenti spesso non sono riusciti ad attuarli. Per questo i famigliari di Floyd hanno fatto visita anche al Congresso, incontrando la speaker della Camera Nancy Pelosi e la deputata Karen Bass, negoziatrice capo alla House sul disegno di legge, insistendo per l’approvazione. Intanto metà degli Stati Usa ha già adottato riforme della polizia, che vanno dall’obbligo per gli agenti di indossare le body-cam ad un più facile accesso ai loro precedenti disciplinari e al divieto della stretta al collo. Ma il Paese resta polarizzato e la polizia continua a uccidere in modo brutale, in particolare gli afroamericani, come testimoniano gli episodi recenti.