Ancora un colpo di Stato in Mali. Stando a quanto riferiscono fonti militari, nelle scorse ore il presidente del governo di Transizione, Bah N’Daw, e il primo ministro ad interim, Moctar Ouane, sono stati arrestati da militari golpisti e “condotti con la forza” nel quartier generale di Kati, alle porte della capitale Bamako.

Nove mesi dopo l’ultimo golpe dell’agosto 2020, quello che portò al rovesciamento del presidente Ibrahim Boubacar Keita e all’insediamento dell’attuale governo “di scopo”, i militari hanno nuovamente preso il comando del Paese. Appena qualche ora prima che la notizia venisse diffusa dai media, il primo ministro Ouane aveva riferito di essere stato prelevato con la forza dai militari del colonnello Assimi Goita, attuale vicepresidente, che gli hanno intimato di recarsi proprio da N’Daw. “Sono in questo momento a casa mia – ha affermato il premier in una conversazione telefonica con Rfi – Mi stanno portando dal presidente di Transizione”.

Non sembra un caso che la notizia del golpe giunga a poche ore dalla formazione del nuovo esecutivo, alla quale sono seguite le dimissioni – successivamente respinte – dello stesso Ouane. Secondo Mali Actu, sito d’informazione locale, ad alimentare il golpe ci sono una serie di malumori dei militari della ex giunta al potere, i quali non avrebbero approvato proprio il rimpasto di governo che ha visto l’esclusione di due militari, i colonnelli Sadio Camara e Modibo Koné, rispettivamente ex ministri della Difesa e della Sicurezza. Il nuovo governo – formatosi proprio oggi – è composto da 25 ministri tra cui anche due esponenti dell’Unione per la Repubblica e la Democrazia, la principale forza politica del Movimento 5 giugno, il collettivo che aveva animato le proteste conclusesi poi con il rovesciamento dell’ex presidente Keita.

Immediate le reazioni internazionali. L’Unione europea, gli Stati Uniti, il Regno Unito e Ecowas (la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) hanno rilasciato una dichiarazione congiunta per richiedere il rilascio immediato dei due governanti. “Abbiamo seguito gli avvenimenti in Mali – dice il presidente del Consiglio europeo Charles Michel – condanniamo quello che è successo nelle ultime ore, con il rapimento del presidente Bah Ndaw e del primo ministro Moctar Ouane. Chiediamo il ritorno alla transizione che deve essere civile. Quello che è successo è grave e serio. Siamo pronti ad adottare le misure necessarie”.

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