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Partita del Cuore, Eros Ramazzotti: “Non me la sento di scendere in campo a queste condizioni, con questa dirigenza”

"Noi della NIC (Nazionale italiana cantanti) — ha scritto il cantautore su Instagram — non siamo stati coinvolti direttamente nella vicenda scaturita dal comportamento di due persone dello staff"

di F. Q.

Noi non siamo sessisti e tantomeno razzisti o omofobi, anzi, ognuno fa qualcosa per chi ha bisogno (da anni e in tempi non sospetti), sinceramente per un comportamento incauto di due persone dello staff, non possiamo passare per quello che non siamo. W sempre la solidarietà. W le donne che sono parte fondamentale della nostra vita“. Le parole postate su Instagram sono di Eros Ramazzotti che prende una posizione netta sul caso Aurora Leone dei The Jackal. “Noi della NIC (Nazionale italiana cantanti) — scrive ancora — non siamo stati coinvolti direttamente nella vicenda scaturita dal comportamento di due persone dello staff. Stavamo parlando tra di noi mentre cenavamo, abbiamo sentito delle voci alzarsi senza capire cosa stesse succedendo. Io ho provato a recuperare la situazione che era oramai precipitata. Questa mattina avremo un incontro con Aurora e Ciro per spiegare meglio la dinamica dell’avvenimento e scusarci pubblicamente dell’accaduto”.

Poche ore dopo, Eros è tornato a parlare della vicenda con un nuovo post su Instagram in cui ha annunciato che, vista la situazione, non prenderà parte dalla Partita del Cuore: “Sono molto dispiaciuto per quello che è accaduto ieri sera tra Aurora di The Jackal e alcuni dirigenti della nazionale cantanti – ha esordito-. Sono venuto a Torino per sostenere la Ricerca e supportare le persone fragili e mi trovo coinvolto in una situazione estremamente sgradevole. Sono da sempre contro ad ogni forma di violenza e mi dissocio completamente da ogni atteggiamento discriminatorio. La nazionale cantanti nasce su altri presupposti e con l’ambizione di essere un modello positivo ma a queste condizioni, con questa dirigenza, non me la sento di scendere in campo. In attesa di chiarire l’accaduto nelle opportune sedi, farò la mia parte donando direttamente e personalmente alla fondazione Piem Ricerca sul Cancro di Candilo, guidata da Donna Allegra Agnelli”.

Il racconto di Aurora non lascia spazio a molti dubbi: “Io e Ciro ci siamo seduti al tavolo con la Nazionale Cantanti, e una volta seduti lì l’organizzatore Pecchini è venuto e ci ha detto che non potevamo stare seduti lì. O meglio – ha raccontato -, ha detto che io non potevo stare seduta lì perché donna“. Dura la replica della Nazionale Cantanti: “Non accettiamo arroganza, minacce e violenza verbale. Alessandra Amoroso, Madame, Jessica Notaro, Gianna Nannini, Loredana Bertè, Rita Levi di Montalcini, sono solo alcuni dei nomi – spiega la nota – delle tantissime donne che, dal 1985 (anno in cui abbiamo giocato a San Siro, per la prima volta, contro una compagine femminile), hanno partecipato e sostenuto i nostri progetti”.

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