La compagnia controllata da Vincenzo Onorato ostenta sicurezza e fa sapere che “il piano", che dovrà essere votato da creditori, "assicura le migliori condizioni per il rilancio”. Anche se prevede di chiudere la lunga stagione delle convenzioni di continuità territoriale, con le quali portava dentro le casse aziendali 72 milioni di euro l’anno per assicurare il servizio da e per Sicilia e Sardegna anche in bassa stagione
L’ex Tirrenia, oggi Compagnia Italiana di Navigazione del gruppo Onorato, ha evitato il fallimento ad un’ora dalla scadenza fissata dal Tribunale di Milano. Saltato ogni negoziato con il ministero dello Sviluppo Economico sull’accordo di ristrutturazione del debito, dopo quattordici giorni di tira e molla durante i quali non si è tenuto il tavolo con Draghi richiesto il 7 maggio dall’azienda, gli amministratori di Cin hanno depositato in Tribunale lunedì sera un piano di concordato preventivo in continuità aziendale che di fatto ha bloccato il giudizio sull’istanza di fallimento firmata dal pm Roberto Fontana e rinviato a data da destinarsi la prossima scadenza della querelle, ovvero la votazione dei creditori sulla proposta. Una votazione dove ancora una volta sarà decisiva la scelta di Tirrenia di Navigazione in A.S. detentrice di oltre metà del debito di Cin.
In una nota la compagnia controllata da Vincenzo Onorato ostenta sicurezza, facendo sapere che “il piano presentato assicura le migliori condizioni per il rilancio dell’impresa”, e il conseguente soddisfacimento dei creditori, tramite “la vendita di alcuni asset” – nel documento si riportano cinque navi per un incasso ipotizzato di 100,6 milioni – e “la continuità aziendale” dalla quale l’azienda prevede flussi per 159 milioni nei prossimi quattro anni, mantenendo “posti di lavoro e rotte”. Il tutto, scrive Cin, pur “non prevedendo alcun tipo di contributo pubblico da convenzioni” e quindi “operando sempre in regime di libero mercato”.
La ex Tirrenia prevede quindi di chiudere la lunga stagione delle convenzioni di continuità territoriale, con le quali portava dentro le casse aziendali 72 milioni di euro l’anno per assicurare il servizio da e per Sicilia e Sardegna anche in bassa stagione. Una novità di rilievo in una azienda già oggi con debiti scaduti per circa 350 milioni. Debiti che secondo il piano presentato ieri saranno saldati in massimo cinque anni, con una percentuale massima del 35% per i creditori chirografari, anche grazie ad una complessa operazione finanziaria avviata col contributo di 63 milioni di euro promesso da Europa Investimenti del gruppo Arrow Capital.
A dieci mesi dall’avvio della crisi, il gruppo Onorato ha quindi evitato il fallimento delle due aziende principali – Moby e Cin – portandole in due interconnesse procedure di concordato in continuità. Moby spa detiene infatti il 100% delle quote di Cin spa ed entrambi i piani di concordato prevedono che la cessione della flotta dell’ex Tirrenia, attualmente a garanzia del credito di banche e obbligazionisti, riesca a garantire anche 77 milioni ai creditori della sua proprietaria Moby.
Sarà la votazione dei creditori a stabilire se questa visione strategica comune può far reggere entrambe le aziende. Aziende che tre anni fa avevano deliberato di fondersi e furono frenate nell’intento solo dall’opposizione di Tirrenia di Navigazione in A.S., lo stesso creditore pubblico controllato dal Ministero dello Sviluppo Economico che nelle ultime settimane non ha voluto arretrare sulle sue richieste al gruppo Onorato, fino al punto di portarlo ad un passo da un fallimento.