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Dario Vergassola: “Quella che una volta era una cazzata oggi mi fa sentire complice della violenza sulla prima che passa”

Dario Vergassola torna ironicamente ad affrontare la comicità ai tempi del politicamente corretto. Durante l’ultima puntata di #SpinOff nel presentare il suo libro Storie vere di un mondo immaginario (Baldini&Castoldi) è stata rievocata una sua canzone che ebbe un successo clamoroso oltre vent’anni fa

“Quella che una volta era una cazzata oggi mi fa sentire complice della violenza sulla prima che passa”. Dario Vergassola torna ironicamente ad affrontare la comicità ai tempi del politicamente corretto. Durante l’ultima puntata di #SpinOff nel presentare il suo libro Storie vere di un mondo immaginario (Baldini&Castoldi) è stata rievocata una sua canzone che ebbe un successo clamoroso oltre vent’anni fa: Non me la danno mai. In un verso il brano dice, riferendosi ad una ragazza che ha tradito il protagonista della canzone: “È scappata con un negro che si fa chiamare Pino”. A quel punto Vergassoa ha giocosamente puntualizzato: “Mi ero già reso conto all’epoca e l’ho trasformata presto in “nero”. Anche se Vasco Rossi (in Colpa d’Alfredo ndr) canta nei concerti davanti a 300mila persone “è andata a casa con il negro la troia!”.

Vergassola ha poi ricordato una battuta che accompagnava sui palchi (anche del Maurizio Costanzo Show ndr) Non me la danno mai: “Quando dico che l’armonizzatore è quello che porta le ragazze in macchina ci parla e ci parla per ore e non succede mai niente. Lei dice: io con te ci sto bene, non sei come mio ex; e intanto arrivano altre macchine attorno, mettono giornali sui finestrini e trombano, e lei ancora a dirti con te ci sto bene, ecco a un certo punto quando ti dice (vale sia per gli uomini che per le donne) ti voglio talmente bene, ecco li è finita devi prenderla buttarla sotto la macchina e passarci quattro cinque volte sopra”.

La battuta, dagli echi alleniani, oggi per Vergassola è diventata qualcos’altro: “Ultimamente mentre la dico, quel buttare sotto l’auto e passarci sopra, penso: è terribile, sono riusciti a mettermi il terrore di una roba che una volta era una cazzata nella sua levità delle cose. Adesso – ha continuato con ironia il comico spezzino – mi sento complice di una violenza sulla prima che passa. Meno male che le mie canzoni non le sente nessuno. È un modo un po’ brusco di interrompere un cazzeggio normale, poi ci sarebbe un dibattito da fare lungo tutto il giorno”. Rivedi la diretta di #SpinOff con ospite anche Stefano Friani di Racconti Edizioni.