La storia tra Conte e i nerazzurri è arrivata al capolinea: la società ha intenzione di compensare la grande quantità di debiti accumulati con introiti da realizzare durante il mercato estivo. Piani che non sono piaciuti all'allenatore salentino e ai tifosi che hanno iniziato a contestare la proprietà. A Torino è già stato ufficializzato l'addio del managing director, mossa che allontana Andrea Pirlo dalla panchina bianconera sulla quale potrebbe sedersi nuovamente il tecnico livornese
Non è ancora scesa la febbre scudetto, dopo nove anni di dominio juventino, che in casa Inter è già scontro tra la proprietà e i tifosi. Il tricolore è costato caro a Steven Zhang che ha in mente un mercato estivo di ridimensionamento per cercare di compensare la grande quantità di debiti accumulati (oltre 450 milioni solo quelli finanziari, secondo un calcolo di Affaritaliani), con la volontà di ottenere dalla compra-vendita di giocatori un attivo di 100 milioni di euro e una riduzione del 20% del monte ingaggi. Una strategia che ha però già portato all’addio di Antonio Conte, l’artefice dell’impresa nerazzurra, e che prevede anche la partenza di qualche big nella rosa interista. Dall’altra parte, anche la Juventus si appresta a una rivoluzione interna: con il futuro di Andrea Pirlo ancora tutto da scrivere, con un ritorno di Max Allegri sempre più quotato, il primo a saltare è l’ormai ex managing director Fabio Paratici. Ma non è detto che sia l’unica l’unica figura dirigenziale a dover abbandonare il club bianconero.
La spending Review di Zhang che allontana Conte: l’addio è ufficiale. Quali big partiranno?
Dopo l’euforia di piazza del Duomo per il 19esimo titolo nella storia del club, l’animo dei tifosi torna a temperature ben più glaciali adesso che la proprietà ha deciso di impiegare questi tre mesi che la separano dal 31 agosto, ultimo giorno di calciomercato, per ridimensionare la rosa e coprire così le perdite economiche acuite dalla pandemia. L’idea è quella di rimanere competitivi sia in campionato che in Europa, ma la strada da percorrere sarà diversa: basta con acquisti di prima fascia e stipendi da star del pallone, ai dirigenti verrà chiesto di mantenere un livello tecnico alto a costi sensibilmente inferiori. Un cambio di rotta che nei mesi scorsi il tecnico pugliese aveva già fatto capire di non poter accettare, spingendo invece per un continuo miglioramento della rosa che rendesse la squadra ancora più competitiva, soprattutto sui palcoscenici europei. Così, è divorzio con un anno di anticipo tra Steven Zhang e Antonio Conte, con il tecnico salentino che percepirà una buonuscita da 7 milioni di euro ottenendo la rescissione del contratto.
Un epilogo previsto che, però, ha scatenato l’ira della curva che oggi, davanti alla sede in viale della Liberazione, ha esposto striscioni contro Zhang: “Ridimensionare i campioni è solo da coglioni. Mister, staff e giocatori non si toccano”, si legge. E anche: “Zhang prenditi le tue responsabilità o lascia la nostra città”, firmato Curva Nord.
Juve, via Paratici: la rivoluzione è già iniziata
Anche il club bianconero ha già iniziato la sua rivoluzione. Il primo a partire dopo il mancato rinnovo del contratto è Fabio Paratici che, così, lascia la società dove ha lavorato per 11 anni. Fatale, nonostante la conquista di Coppa Italia e Supercoppa italiana, l’eliminazione agli ottavi di finale di Champions League contro una squadra abbordabile come il Porto e il rischio, evitato all’ultima giornata anche grazie al passo falso del Napoli a Verona, di un’esclusione dalla principale competizione europea per club. “Dopo undici stagioni di lavoro intenso, di vittorie e di grande passione sul campo e dietro alla scrivania, Fabio Paratici, managing director Football Area della Juventus, lascerà il club. Il suo contratto, in scadenza il 30 giugno 2021, non sarà rinnovato. Il dirigente bianconero e il Presidente Agnelli si sono incontrati oggi allo Juventus Head Quarter della Continassa“, ha scritto la società in un annuncio.
Un addio che sembra arrivare senza troppe tensioni, almeno da quanto traspare dalle parole dei protagonisti. Il dirigente ha infatti ricordato che quelli alla Juve “sono stati anni bellissimi, di crescita professionale e di forti emozioni. La Juventus mi ha concesso l’opportunità di svolgere la mia attività in piena libertà e senza condizionamenti, nel pieno rispetto del mio ruolo. Per questo desidero ringraziare tutto il club, il mio staff, i dipendenti, i collaboratori, i calciatori, gli allenatori, gli azionisti, e, in particolare, il presidente, Andrea Agnelli“. Che a sua volta saluta quello che è stato uno dei suoi più stretti collaboratori ricordando che “Fabio ha scritto in questi anni la storia della Juventus. Un percorso di crescita caratterizzato da professionalità, abnegazione e tanti successi. Diciannove trofei in 11 anni sono la miglior testimonianza del suo lavoro, che si iscrive appieno nella lunga tradizione del nostro club. Oggi è il momento di ringraziarlo per aver saputo creare un forte legame professionale, accompagnato dalla passione quotidiana”.
Ma Paratici non è l’unico che potrebbe lasciare il club adesso che John Elkann ha deciso di prendere in mano la situazione per un rilancio immediato della squadra in vista della stagione 2021-2022. Mentre per il vicepresidente Pavel Nedved si prospetta un ruolo più defilato rispetto alla squadra, l’addio del dirigente allontana anche Andrea Pirlo, la cui posizione sembrava migliorata dopo il raggiungimento del quarto posto ma che non convince l’amministratore delegato di Exor che punta deciso a un cambio di marcia rispetto alla gestione del cugino Andrea. Così in pole per la panchina della Juventus c’è Massimiliano Allegri, corteggiato da top club europei come Real Madrid e Paris Saint-Germain, ma che in bianconero ha contribuito a realizzare la serie di successi che hanno contraddistinto l’ultimo decennio della squadra di Torino. Potrebbe essere proprio il tecnico livornese il punto di partenza per costruire il nuovo ciclo juventino.