Da martedì è ufficiale, la Uefa ha aperto un procedimento contro le società che avevano dato vita alla Superlega e che hanno deciso di non compiere alcun passo indietro come altri club fondatori. Così la condotta di Juventus, Real Madrid e Barcellona è stata valutata dagli ispettori della commissione etica e di disciplina: l’accusa è quella di aver commesso una violazione del quadro giuridico della Uefa. È questo l’ultimo passo della federazione che gestisce il calcio europeo, con il presidente Aleksander Čeferin che è arrivato a minacciare i tre club, che ad aprile avevano dato vita al progetto che coinvolgeva in totale 12 società, di una clamorosa esclusione dalle competizioni per una o due stagioni se non ritireranno la loro adesione alla competizione parallela.
Ad un giorno di distanza sono arrivate le risposte delle squadre che hanno definito incomprensibili le comunicazioni partite da Nyon. In una nota i tre club “esprimono il proprio rifiuto nei confronti dell’insistente coercizione, esercitata dalla Uefa nei confronti di tre delle più importanti istituzioni della storia del calcio. Questo comportamento preoccupante – si legge – costituisce una palese violazione della decisione delle corti di giustizia, che hanno chiaramente ordinato all’Uefa di astenersi da qualsiasi tipo di azione che possa penalizzare i membri fondatori della Super League mentre i procedimenti legali sono in corso”.
“Pertanto – proseguono – l’apertura dei procedimenti disciplinari da parte dell’Uefa è incomprensibile e rappresenta un attacco diretto alle norme della legge che i cittadini dell’Unione europea hanno democraticamente stabilito e costituisce una mancanza di rispetto nei confronti delle stesse autorità delle corti di giustizia”. Le tre società sostengono che “sin dall’inizio la Super League è stata promossa con lo scopo di migliorare la situazione del calcio europeo attraverso un costante dialogo con la Uefa e con l’obiettivo di incrementare l’interesse per lo sport, offrendo ai fan il miglior spettacolo possibile. Questo obiettivo deve essere raggiunto in un contesto di sostenibilità e solidarietà, in particolare nella precaria situazione economica che sta attualmente colpendo tantissimi club europei”. E poi passano al contrattacco che mira proprio ai vertici della Uefa: “Invece di esplorare strade per modernizzare il calcio attraverso un dialogo aperto – continua la nota – la Uefa pretende che si ritirino i procedimenti legali in corso che mettono in discussione il suo monopolio sul calcio europeo. Barcellona, Juventus e Real Madrid, club con oltre un secolo di storia, non accetteranno nessun tipo di coercizione o di intollerabile pressione e rimangono fermi nella propria volontà di discutere, in modo rispettoso e attraverso il dialogo, le soluzioni urgenti di cui il calcio ha bisogno in questo momento. O si riforma il calcio o si rischia di assistere al suo declino”. Quella che si profila è una lunga battaglia legale, con i tre club che potrebbero ricorrere al TAS di Losanna in caso di esclusione dalla prossima Champions League.