L’eruzione del vulcano Nyiragongo spaventa la città di Goma, nell’est della Repubblica democratica del Congo. Una parte della città è stata evacuata dalle prime ore dell’alba, e migliaia di persone sono in fuga verso il territorio di Masisi e il vicino confine ruandese.
Secondo le autorità, infatti, c’è il rischio di una nuova eruzione del vulcano. Ma non solo. “Al momento non possiamo escludere una eruzione da terra (cioè da sotto la città ndr.) o da sotto il lago Kivu, che potrebbe verificarsi presto senza alcun segnale di avvertimento”, ha infatti dichiarato ai media locali il governatore militare, il generale Constant Ndima, che ha citato i nomi di dieci distretti cittadini “a rischio”.
L’eruzione, cominciata nella notte di sabato 22 maggio, al momento, ha provocato oltre 30 morti e la distruzione di circa 500 case. L’allarme arriva anche dall’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia, l’Unicef, secondo la quale centinaia di bambini risultano dispersi dopo che la calamità li ha separati dalle loro famiglie. Nel caos generale, con migliaia di famiglie fuggite verso il confine ruandese, molti bambini sono stati separati, appunto, dai genitori e si trovano ora in un centro accoglienza gestito dalla Croce Rossa.
Ora, riferisce Bbc News online, lavoratori della Croce Rossa e funzionari governativi stanno cercando di riunirli ai loro genitori. “Siamo riusciti a rintracciare circa 530 bambini separati dalle loro famiglie e fortunatamente siamo stati in grado di facilitare il ricongiungimento di 360 bambini con i loro genitori”, ha detto alla Bbc il responsabile dell’Unicef a Goma Jean Meteni.