Valgono complessivamente 9 miliardi di euro i 13 articoli del titolo 2 del decreto Sostegni bis “Misure per l’accesso al credito e le liquidità delle imprese”. Il testo finale porta l’attesa proroga della moratoria dei finanziamenti per le Pmi, in sostanza la sospensione dei pagamenti delle rate per mutui e prestiti. Entro metà giugno le piccole e medie imprese che hanno già usufruito della potranno fare domanda per prorogare la moratoria dal 31 giugno fino alla fine dell’ anno. Nessun automatismo quindi e la proroga della sospensione riguarderà solo la quota capitale. Gli interessi andranno quindi pagati. Inoltre la garanzia statale su eventuali nuovi prestiti chiesti da luglio in poi, non sarà più del 100% ma si fermerà al 90% per importi fino a 30 mila euro e dell’80% per quelli superiori. Si potrà però chiedere l’allungamento della durata dei finanziamenti con garanzia pubblica già in essere da 6 a 10 anni senza subire penalizzazioni sulla percentuale garantita.
Il testo di legge stanzia 2 miliardi di euro per estendere a tutto il 2021 le misure per favorire il rafforzamento patrimoniale delle imprese noti come ACE (Aiuti crescita economica). In particolare si rafforzano gli incentivi per gli aumenti di capitale: quelli fino a 5 milioni di euro (10 milioni nella bozza). L’incremento dell’aliquota da utilizzare per calcolare è l’importo deducibile moltiplicando la base di riferimento è sostanzioso, sale dal 1,3 al 15%. Una volta effettuato l’aumento si può scegliere di trasformare il beneficio in credito di imposta utilizzabile nel 2021. Credito che può essere ceduto o compensato con Iva, contributi Inps o premio Inail. Agevolazioni fiscali, per un valore complessivo di 1,6 miliardi, anche per gli apporti di capitale da parte di persone fisiche in start up e Pmi innovative. Per le imprese fino a 499 dipendenti arriva una garanzia pubblica specifica su finanziamenti destinati ad investimenti in ricerca e sviluppo per cui vengono messi a disposizione in tutto 1,6 miliardi. Il valore massimo dei portafogli di finanziamenti che potranno essere coperti da garanzia pubblica sale a 500 milioni di euro.
Sparite invece rispetto alla bozza del decreto, la proroga e l’incremento della dote (sotto forma di crediti di imposta) per le aggregazione bancarie. Una norma pensata soprattutto per banca Mps per cui da tempo il Tesoro cerca acquirenti con trattative intavolate con più soggetti, Unicredit in primis. Il potenziale bonus fiscale rimane quindi fermo a 2 miliardi di euro. In questa sezione del decreto compaiono anche gli stanziamenti per il trasporto aereo, in tutto 200 milioni, compresi, i 100 milioni di euro assegnati ad Alitalia per superare la fase emergenziale in attesa che venga definito con Bruxelles il piano di rilancio.
A comuni, province e regioni viene assegnato un altro miliardo di euro per far fronte ai pagamenti di “debiti certi, liquidi ed esigibili” a favore di fornitori e prestatori di servizi diversi da quelli sanitari. Somma che dovrebbe essere disponibile per gli enti locali in tempi veloci coinvolgendo Cassa depositi e prestiti per l’anticipazione delle somme.