A maggio 2021 si stima un marcato aumento sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori, da 102,3 a 110,6, sia di quello composito del clima di fiducia delle imprese, da 97,9 a 106,7. Tutte le componenti dell’indice di fiducia sono in crescita. L’indice di fiducia dei consumatori, in risalita per il secondo mese consecutivo, si avvicina al livello di febbraio 2020 “segnalando un recupero completo rispetto alla caduta dovuta all’emergenza sanitaria“, sottolinea l’Istat. Si evidenzia il balzo verso l’alto del clima economico (da 91,6 a 116,2) e di quello futuro (da 109,6 a 122,5). Il clima personale e quello corrente registrano incrementi più contenuti, da 105,9 a 108,7 e da 97,4 a 102,6, rispettivamente.

Per quel che riguarda le imprese, si stima un miglioramento della fiducia diffuso a tutti i comparti osservati. In particolare, nell’industria manifatturiera l’indice sale da 106,0 a 110,2 e nelle costruzioni da 148,5 a 153,9. Nei servizi di mercato si registra un aumento accentuato dell’indice che sale da 87,6 a 98,4 mentre nel commercio al dettaglio l’incremento è meno ampio (da 96,0 a 99,3).

Nell’industria manifatturiera e in quella delle costruzioni migliorano tutte le componenti dell’indice di fiducia. Si segnala, sottolinea l’Istat, una netta crescita della fiducia nei settori dei beni strumentali e dei beni di consumo nel comparto manifatturiero. Per quanto attiene alle costruzioni, il miglioramento della fiducia è più spiccato nel settore dei lavori di costruzione specializzati. Con riferimento ai servizi di mercato, i saldi di tutte le componenti dell’indice sono in decisa risalita. La fiducia migliora in modo rilevante nel settore del turismo e in quello del trasporto e magazzinaggio. Nel commercio al dettaglio, migliorano sia i giudizi sia le aspettative sulle vendite mentre le scorte sono giudicate in accumulo. Per quanto riguarda i circuiti distributivi, il miglioramento della fiducia è diffuso ad entrambe le componenti ma con intensità diverse: nella grande distribuzione l’aumento è moderato (l’indice sale da 101,4 a 102,6) mentre nella distribuzione tradizionale è pronunciato (l’indice passa da 83,1 a 92,1).

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