I lavoratori hanno denunciato la loro condizione all'Ispettorato del lavoro e alla Guardia di Finanza da cui poi sono partite le indagini. Sequestri per un totale di 85mila euro nei confronti di cinque uomini di nazionalità cinese proprietari dell'azienda che produceva penne e pennarelli
Dieci ore di lavoro al giorno, senza riposi settimanali, con una retribuzione dai 350 ai 600 euro al mese. Con l’operazione ‘Marco Polo‘ la Guardia di finanza e i carabinieri di Torino hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare – tra il torinese e la provincia di Cagliari – nei confronti di altrettanti datori di lavoro. Le accuse sono quelle di associazione a delinquere, sfruttamento del lavoro, reati fiscali di emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, che consentivano sia di praticare prezzi molto bassi, sia di far figurare costi fittizi. Agli uomini, tutti di nazionalità cinese, sono stati sequestrati beni e denaro per un importo di 85mila euro.
Le indagini sono scattate nel gennaio 2019, in seguito a una denuncia presentata da parte dei lavoratori della fabbrica – che si occupava del confezionamento di pennarelli e penne – e dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Torino. I 40 operai, tutti cittadini extracomunitari richiedenti asilo, lamentavano condizioni insostenibili e retribuzioni non solo bassissime ma di fatto a cottimo.