“Sono due anni che aspettiamo risposte dai diversi governi. Whirlpool assume a Varese, ma non intende fare retromarcia dalla volontà di chiudere lo stabilimento di Napoli. Il ministro Giorgetti ci convochi, altrimenti dal 1 luglio si rischia il disastro con la mancata proroga del blocco dei licenziamenti”. A rivendicarlo i lavoratori in presidio a Roma, a piazza Santi Apostoli, chiedendo un piano industriale e una prospettiva futura.
“Da qui alla fine di giugno continueremo a mobilitarci per chiedere all’esecutivo e al Parlamento che è necessario proteggere non soltanto i lavoratori, ma il tessuto industriale di questo Paese. Altrimenti saranno i primi a pagare sulla propria pelle lo sblocco dei licenziamenti”, ha spiegato Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom. Numeri alla mano, dal 1 luglio sono 350 le persone nella sola azienda che ormai rischiano di perdere il lavoro, più un centinaio nell’indotto. Per questo i sindacati hanno lanciato un appello alle istituzioni per intervenire: “Si proroghi lo stop ai licenziamenti almeno in maniera selettiva, per i lavoratori delle vertenze aperte al Ministero dello Sviluppo economico”, rilancia Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm. Al presidio erano presenti anche alcuni parlamentari: dal segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, a Valeria Valente (Pd), passando per Guglielmo Epifani (Leu-Articolo Uno), Gianluca Cantalamessa (Lega) e Sergio Romagnoli (M5S). “Chiediamo un provvedimento che possa incentivare le aziende che investono in italia e penalizzi invece chi decide di delocalizzare all’estero. Quanto fatto in passato è insufficiente”, è la richiesta dalla piazza.
Un centinaio i lavoratori presenti, tra cori e lo slogan rilanciato “Napoli non molla!”: “È inaccettabile la decisione di chiudere in un momento come questo”, c’è chi spiega. Altri attaccano l’esecutivo: “Ha scelto la mancata proroga, si è piegato a Confindustria”.