Lo studio di OMI dell’Agenzia delle Entrate, in collaborazione con ABI, analizza le performance del settore durante l’anno segnato dalla pandemia
Un bilancio del mercato immobiliare nel 2020, anno complesso e pesantemente influenzato dalla pandemia: a fornirlo è la pubblicazione del Rapporto immobiliare, relativo al settore residenziale, dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI) dell’Agenzia delle Entrate in collaborazione con l’ABI. Lo scenario che emerge dallo studio è negativo tanto per le compravendite quanto per le locazioni, anche se con segnali di ripresa soprattutto negli ultimi mesi del periodo esaminato.
È un brusco stop a un trend che proseguiva dal 2014 con un tasso di crescita medio annuo attorno al 7,5%: lo scorso anno la salita dei volumi di compravendita si è arrestata; e ha fatto anzi registrare un netto calo. Con circa 558mila abitazioni compravendute in totale e quasi 46mila in meno rispetto al 2019, la flessione è di quasi l’8%.
I valori più negativi sono al Sud (-9%) e nelle Isole (-9,2%), che rappresentano però circa il 25% del mercato nazionale; al Nord Est si registra la perdita più contenuta, -6,3%. È un calo meno elevato anche quello che riguarda i comuni non capoluogo, -5,7 %; al contrario, nei comuni capoluogo la discesa è più forte, pari a -11,4%.
Secondo lo studio, la performance del mercato è da collegare direttamente ai mesi di inattività del settore, concentrati nel primo semestre del 2020 e nell’ambito delle misure di contenimento della pandemia. Non a caso nel quarto trimestre dello scorso anno si rilevano compravendite di abitazioni in crescita rispetto al 2019, che contribuiscono a contenere il calo complessivo.
Nel 2020 il numero di nuovi contratti di locazione registrati (procedura sempre obbligatoria, come ricorda Immobiliare.it in questo approfondimento) ha superato di poco i 1,5 milioni, che corrisponde al -12% circa rispetto al 2019.
Più nello specifico le strutture a uso abitativo affittate sono state oltre l’80% del totale (circa 1,3 milioni), in calo dell’8,8% rispetto al dato del 2019. Invece, gli immobili locati per uso non abitativo sono meno di 300mila: per loro è stato ancora più forte il colpo della crisi sanitaria, con una flessione negativa che supera il 20% rispetto al 2019.