Ancora vittime sul lavoro. Due operai che lavoravano per la Digima di Villanterio, in provincia di Pavia, sono morti per asfissia mentre lavoravano nei pressi di una vasca dove erano contenuti scarti di lavorazione animale. Marco Bertoni, sindacalista della Cisl di Pavia-Lodi intervenuto sul posto, ha spiegato che “uno dei due si è sentito male e il collega che era al suo fianco ha cercato a quel punto di soccorrerlo, ma ha perso a sua volta i sensi”. Quando sono arrivati gli operatori del 118 era troppo tardi. I due operai (uno di 50 anni, l’altro probabilmente di 51 anche se le loro generalità non sono ancora state rese note) potrebbero aver respirato ammoniaca o forse un altro gas velenoso che non sarebbe stato aspirato dalla cappa interna alla vasca. Ancora da confermare la notizia relativa alla rottura di una tubatura. La Digima si occupa della raccolta e della lavorazione dei sottoprodotti della macellazione, da cui ricava di farine animali usate per i mangimi.
Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche i tecnici dell’Inail, oltre ai carabinieri, al nucleo Nbcr giunto da Milano, a diverse squadre dei vigili del fuoco e agli ispettori di Ats Pavia.
“Nella giornata in cui Cgil, Cisl e Uil chiedono a gran voce dei provvedimenti urgenti e incisivi per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, registriamo un gravissimo incidente mortale – dicono Tina Balì e Andrea Gambillara della segreteria nazionale Flai Cgil – Anche oggi registriamo una tragedia enorme, che allunga l’elenco di una strage quotidiana che non si riesce a fermare. Li seguitiamo a chiamare incidenti, ma non hanno nulla di accidentate o casuale, si tratta di morti annunciate all’interno di un sistema che vede troppi buchi neri su controlli, prevenzione, formazione e rispetto delle leggi e delle norme esistenti. Tutte le istituzioni preposte devono intervenire, anche il tempo del cordoglio è finito, bisogna agire e in fretta perché nel 2021 non si può morire sul lavoro. Fermiamo le stragi sul lavoro, dicendo basta a un sistema che mette il profitto prima della salute”.