“Penso che certamente il magistrato Ardita abbia costituito un oggetto di dossieraggio. Se mi fosse stato chiesto di spiegare la posizione di Ardita, sarei stato il suo primo difensore”. Così, a “Piazzapulita” (La7), l’avvocato Pietro Amara si pronuncia sul consigliere del Csm che lui stesso ha accusato di far parte della presunta Loggia Ungheria.
L’avvocato commenta l’intervista rilasciata da Nino Di Matteo, sempre alla stessa trasmissione, durante la quale l’ex magistrato antimafia ha denunciato la presenza di ‘circostanze false e calunniose’ nei verbali di Amara: “Premesso che Di Matteo e Ardita sono due monumenti storici della nostra magistratura che nei loro confronti la stima non può che essere enorme, nell’ambito di una serie di interrogatori che sono durati ore e ore, io avrei sbagliato una data – spiega – Però non è affatto vero che i rapporti tra Ardita e Tinebra rimangono interrotti nel tempo. E su questo ho prove granitiche. Ardita e Tinebra litigano per un fatto specifico di cui non voglio parlare, ma poi ci fu una cena di riappacificazione a cui presero parte diversi magistrati e i loro rapporti successivamente continuarono. Ma non dico questo perché voglio accusare Ardita di qualcosa”.
Amara indugia su questa cricostanza, ma viene incalzato dal giornalista de Il Fatto Quotidiano, Antonio Massari, che gli chiede: “Io voglio sapere se il dottor Ardita ha fatto parte di un’associazione che perseguiva degli obiettivi illeciti“. “No, fini illeciti no“, risponde Amara. E alla domanda del giornalista sul motivo per cui ha tirato fuori il nome di Ardita, spiega: “Perché mi era stato chiesto chi mi presentò Tinebra in un certo momento storico tra le persone che erano vicine a questa idea iniziale dell’associazione. Parliamo dell’incipit. Ma Di Matteo e Ardita hanno ricavato un carattere calunnioso delle mie affermazioni in relazione al fatto che sarebbe falso che Ardita avesse rapporti con Tinebra”. “No, il carattere calunnioso sta nel contesto della loggia Ungheria”, ribatte Massari.
Si aggiunge anche il conduttore Corrado Formigli, che chiede ad Amara perché ha chiamato in causa Ardita, nonostante non ci fosse nulla di illecito nell’associazione. Amara risponde: “Io ho spiegato fin dall’inizio che Tinebra, quando mi ha illustrato dell’esistenza di questa associazione, non me l’ha presentata come un’associazione dedicata a scopi illeciti. Quindi, sicuramente per una certa fase c’erano alti magistrati che perseguivano scopi assolutamente leciti. A un certo punto, però – conclude – per alcuni dei soggetti questa associazione era un continuo scambio di favori, molti dei quali anche imbarazzanti. C’erano ad esempio alti magistrati che chiedevano in anticipo i temi per i figli che dovevano superare l’esame di medicina, altri che chiedevano favori per l’amica che aveva bisogno di lavorare”.