Le migliaia di agricoltori colpiti dalla piaga dell’invasione dei topi che sta devastando vaste aree dell’Australia orientale hanno ottenuto il permesso di usare esche doppiamente tossiche del normale e chiedono ora ai governi del New South Wales e del Queensland assistenza per affrontare gli altissimi costi. Le comunità rurali sopportano da mesi un flagello senza precedenti, che distrugge i raccolti e infligge danni enormi a orzo e grano nei magazzini, causato da innumerevoli roditori, capaci di procreare a sei settimane di età e di partorire ogni 21 giorni. Secondo il Sun ormai i topi occupano un’area di 100 km, da Brisbane a Melbourne. E dalle campagne i roditori hanno iniziato, sempre stando a quanto riportato dal tabloid britannico, a spostarsi nei centri urbani dove il pericolo di essere morso, per l’uomo, è alto. La leptospirosi, che può essere portata dai topi, è una malattia infettiva acuta sistemica di tipo vasculitico. I sintomi possono variare da lievi come mal di testa, dolori muscolari e febbre a gravi con emorragia dai polmoni o meningite. E la storia del 70enne australiano Trevor Hardie racconta proprio di questa infezione: l’uomo è stato colpito a fine aprile. I sintomi lo hanno portato a pensare al covid poi, visto l’aggravarsi delle sue condizioni, è stato portato all’ospedale di Wollongong, Nuovo Galles del Sud. Diagnosi: leptospirosi. “Non riuscivo a camminare, ho sudato tutta la notte, i miei reni e il mio fegato erano intasati. Non sono mai stato così male in tutta la mia vita, non lo augurerei a nessuno”, ha detto Hardie che vive ancora con strascichi della malattia e avverte: “Bisogna fare attenzione, fanno pipì ovunque e tu, in qualche modo, la tocchi. Mi ha buttato giù per settimane”.