Si va verso la chiamata attiva per “intercettare” chi ancora, pur avendo la possibilità, non ha prenotato il vaccino anti-Covid. Un problema che investe principalmente la fascia dei 60-69 anni, considerata a rischio malattia grave, ma dove coloro che hanno ricevuto la dose di farmaco sono ancora troppo pochi su tutto il territorio nazionale. Tra gli over 60 la campagna vaccinale non decolla, come confermato dal commissario straordinario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo. Ad oggi in Italia, ha detto il generale, “abbiamo quasi somministrato 33 milioni di dosi, di cui circa 21 milioni e 800 mila come ‘prima’”.
Eppure, ha lasciato intendere, potrebbe andare meglio: “Con procedure anche di cosiddetta ‘chiamata attiva’ dobbiamo andare a intercettare la popolazione che ancora non risulta vaccinata. Quindi, se mancano i soggetti fragili si vanno a cercarli, bisogna soprattutto mettere in sicurezza queste classi”, ha spiegato il commissario per l’emergenza Covid. Entrando nello specifico, Figliuolo ha evidenziato che “le vaccinazioni agli over 80 hanno superato a livello nazionale il 90%, gli over 70 sono sopra l’80%”. Mentre – ha sottolineato – per gli over 60 “dobbiamo crescere tutti, visto che siamo al 62-63%“.
“Andare sui 60enni è il nostro imperativo categorico”, ha ribadito. “Dobbiamo continuare su queste categorie così come sui fragili per ultimarli nei limiti delle possibilità, vista anche la platea dei rinunciatari. Questo lo sanno bene i presidenti delle Regioni”. Un “occhio vigile” quindi per Figliuolo va verso queste persone anche grazie “ad una modalità di chiamata attiva e a procedure per intercettarle”. Una procedura “partita in via sperimentale e grazie alla quale tra qualche giorno andremo a cercare queste persone over 60, le categorie che più patiscono dall’incontro con il virus”. Una direzione “giusta” perché “li preserviamo così da terapia intensiva e mortalità”, ma per il commissario anche “utile perché come si vede in questi giorni riusciamo così a svuotare gli ospedali e a diminuire i decessi”.
Rivolgendosi agli enti locali, Figliuolo ha lanciato un appello: “Dobbiamo continuare in squadra, non lasciando indietro nessuno, soprattutto i più vulnerabili. Se continueremo su questa via, usciremo al più presto dalla logica emergenziale”. Dal 3 giugno, ha aggiunto, “partirà una lettera alle Regioni e Province autonome con cui si darà la possibilità di aprire le vaccinazioni a tutte le classi seguendo il Piano e utilizzando tutti i punti di somministrazione possibili, anche quelle aziendali”.
Però, ha avvertito, le dosi a disposizione “saranno 20 milioni” e “quindi bisogna evitare le rincorse a volerle di più”. Per l’ok dal 3 giugno anche agli adolescenti tra i 12 e i 15 anni, in tutto circa 2,3 milioni di persone, è atteso il via libera di Aifa, che “molto probabilmente” arriverà “all’inizio della settimana prossima”. Al momento dagli uffici del commissario non verrà indicato un canale preferenziale per la vaccinazione di questa fascia d’età anche se le singole Regioni potranno scegliere di organizzare le somministrazioni attraverso gli hub, le farmacie, i pediatri o i medici di famiglia.