Società

La ‘tavolinite’ deve essere fermata in tempo. Non avete creduto in Bill Gates, credete in me!

Il virus sta per essere sconfitto? Davvero in Italia, tra un anno, non se ne parlerà più? Poiché non mi fido più degli esperti che vedo in televisione, ho deciso di studiarmi il caso da solo e da solo mi sono creato un algoritmo dove ho inserito tutti i dati oggi in nostro possesso (numero contagi, terapie intensive, deceduti, riaperture, valore del Pil,…). L’algoritmo parla chiaro: il Covid tra un anno sarà praticamente scomparso, ma purtroppo sarà immediatamente sostituito da una nuova pandemia, “la tavolinite”.

Ogni angolo dell’Italia sarà occupato da tavolini dove gli italiani non faranno altro che mangiare, tutto il giorno e a tutte le ore. Sarà difficile studiarne l’eziologia, ma quel che è certo è che sarà un nemico più pericoloso del Covid-19. È possibile che la causa sia nella prolungata chiusura dei ristoranti, ma nessuno lo potrà dire perché tutti avranno la bocca piena. È possibile, invece, descrivere come questa malattia si diffonda. Basta mettere un paio di tavolini all’aperto in una qualsiasi via che nel giro di poche se ne aggiungeranno accanto altre decine.

Verrà a mancare lo spazio necessario, allora dopo l’invasione dei marciapiedi i tavolini avanzeranno anche sulle piste ciclabili, nelle rotonde, poi nei cortili e nelle chiese. Sarà una gara a superarsi. Arriveranno anche in zone inaccessibili, come la vetta del Cervino dove gli chef oversize tipo Cannavacciuolo faticheranno ad arrivare o in Liguria sul fondo del mare di San Fruttuoso, dove si potrà pranzare ammirando il Cristo degli Abissi. I dati indicano la possibilità che l’invasione dei tavolini possa riguardare anche la terza corsia dell’autostrada del Sole e quella di sorpasso della Adriatica con conseguenti ingorghi dovuti al fatto che ha solo due corsie e che anche quella d’emergenza rischierà l’invasione nell’ora dell’aperitivo.

Insomma tutti i dati ci dicono che gli italiani vorranno solo mangiare per recuperare il tempo perso precedentemente. Se non l’affrontiamo per tempo, senza un piano pandemico nazionale, questa “tavolinite” rischia di farci trovare impreparati come è successo nel 2020. Prendere con leggerezza i primi sintomi leggeri, tipo un mal di pancia o una leggera indigestione sarà imperdonabile. È un attimo che si passa da valori nel sangue nella media a sbalzi glicemici e di colesterolo, ernie iatali e osteoartriti. La bulimia nazionale saturerà i posti letto negli ospedali e la disponibilità delle terapie intensive.

Tutto ciò con varianti legate alle differenti regioni. Nel Lazio dovranno essere proibiti i bucatini all’Amatriciana e la coda alla vaccinara, in Lombardia sarà utile proibire la cotoletta e il risotto al salto, in Toscana il panino con il lampredotto, in Trentino quel meraviglioso formaggio che si chiama Puzzone di Moena. Sono solo alcuni esempi di ciò che ci aspetta se non affrontiamo per tempo questo pericolo. Questa bulimia nazionale potrebbe riportare dall’iniziale euforia a gravi problemi psicologici, come l’ansia e la depressione. Proprio quei problemi che vogliamo superare in questi giorni abbuffandoci come mai prima d’ora.

A tutto ciò si aggiungerà una cosa più grave di tutte le altre: dopo esserci illusi di esserci liberati dei virologi in tv, questi saranno immediatamente sostituiti da dietologi che litigheranno perché in contrasto sulla dieta utile per tornare in salute. Ci sarà chi vorrà far fare quella delle proteine, chi quella banane e ananas, chi quella del masticatore di ghiaccio (al posto del cibo) e chi quella del fantino che credo preveda di cercare di mangiare in sella a un cavallo imbizzarrito. Soprattutto quest’ultima creerà la solita noiosa bufera sui social, su cui circolerà la tesi che questa nuova ondata di obesità è stata tramessa per la prima volta da dei lottatori di sumo giapponesi in Italia per un’esibizione al Quirinale.

Siamo in grande pericolo, ma per fortuna questo mio studio basato su un algoritmo infallibile può farci fermare in tempo. La “tavolinite” deve essere fermata in tempo. Non avete creduto in Bill Gates quando ci aveva avvertito cinque anni fa ma, vi prego, credete in me e cominciate a pesarvi già da oggi!