Perché della ‘legge salva-suicidi’ se ne parla solo quando i suicidi sono già avvenuti
Se si chiama “legge salva-suicidi” un motivo ci sarà. Solo che se ne parla unicamente quando i suicidi sono già avvenuti. Sembra che la lobby bancaria controlli un certo tipo di informazione. Forse per i motivi ben illustrati nell’inchiesta di Nicola Borzi su Il Fatto Quotidiano che, con riferimento all’elevato indebitamento bancario degli editori, sottolinea che “più gli editori sono indebitati, più sono vulnerabili rispetto alle banche creditrici”.
Sicuramente perché, come riferitomi per il mio libro Salviamoci da un top manager che ha voluto mantenere l’anonimato, in una primaria banca italiana (che fa quindi tendenza) il 68% (!!!) dei mutui erogati tra il 2005 ed il 2015 era stato concesso non rispettando i limiti del reddito minimo necessario (detto “cash flow operativo”) che chi richiede un prestito dovrebbe avere. Tali limiti attengono ad un criterio di calcolo adottato dalle banche più o meno standardizzato, secondo il quale l’ammontare annuo delle rate non deve essere superiore al 30-35% del reddito disponibile.
Se si superano questi limiti potremmo essere di fronte ad un mutuatario “sovraindebitato” che, secondo la legge, è un cittadino che vive una situazione di perdurante squilibrio tra i suoi debiti e il suo patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte; squilibrio che determina la rilevante difficoltà di adempiere le proprie obbligazioni. Quel 68% di mutuatari in difficoltà potrebbe quindi appellarsi a questa legge che riguarda il cosiddetto “sovraindebitamento“, spesso diretta conseguenza del sovrafinanziamento di cui abbiamo parlato nelle settimane precedenti.
Il dato di “quella banca” è un benchmark perché la crisi economica, che produce i suoi effetti in particolare sulla vulnerabilità finanziaria delle famiglie e delle imprese, ha evidenziato per tutto il sistema creditizio la criticità dei fenomeni di sovraindebitamento e, in generale, dell’insolvenza.
Tra l’altro la legge nasce per effetto della situazione economica che si è venuta a creare dopo la crisi del 2008 che ha fornito al legislatore forti impulsi per colmare il deficit normativo vigente nel nostro paese riguardo al problema del sovraindebitamento di tutti quei soggetti esclusi dall’ambito di applicazione delle procedure di ripianamento del debito, previste dalla legge fallimentare. Così, nel 2012, anche l’Italia si è finalmente dotata di una disciplina legislativa volta a favorire la composizione delle crisi e delle insolvenze.
La legge “salva-suicidi” ha introdotto misure strutturali dedicate a quei soggetti non fallibili che, anche a causa di emergenze economiche, vengano a trovarsi in una situazione di grave squilibrio patrimoniale e finanziario, riconoscendo loro l’opportunità, in presenza di determinate condizioni, di avere rimessi i propri debiti per ripartire da zero e di riacquistare un ruolo attivo nell’economia, senza restare schiacciati dal carico dell’indebitamento preesistente.
Con il Decreto Ristori del dicembre scorso la stessa legge è stata riformata e migliorata, dando la possibilità al debitore di cancellare i debiti senza esborso di denaro, purché dimostri la sua meritevolezza e l’effettiva mancanza di alcun bene o capitale da poter offrire. In pratica il debitore insolvente o il consumatore sovraindebitato che intendano tentare la sistemazione della propria situazione debitoria possono rivolgersi a un Organismo di composizione della crisi da sovraindebitamento (Occ), ente terzo imparziale e indipendente appositamente istituito, di composizione della crisi o, in alternativa, al tribunale territorialmente competente.
In particolare, la legge prevede che, al fine di porre rimedio alle situazioni di sovraindebitamento, sia consentito al debitore di concludere un accordo con i creditori che possa prevedere una soddisfazione parziale del debito o anche una dilazione del pagamento.
Ha fatto storia, in merito, la sentenza del 2015 del Tribunale di Busto Arsizio, il cui giudice delegato per l’omologazione del piano del consumatore tagliò addirittura oltre l’80% del debito con Equitalia (da 86.000 a 11.000 euro) di una donna in cassa integrazione. Ma il giudice dell’esecuzione, prendendo atto di quanto disposto dal giudice delegato, il giorno stesso della vendita dell’immobile della consumatrice vessata ha sospeso la procedura esecutiva, sino all’udienza fissata per l’omologazione del piano del consumatore previsto dalla legge sul sovraindebitamento. Ma anche il Tribunale di Trani con un recente provvedimento (2020) ha accolto la procedura di liquidazione del patrimonio di due coniugi falcidiando i debiti di oltre il 50%.
A questo punto vi starete chiedendo: “Ma se non ho i soldi per onorare il mutuo, come posso pagare le parcelle di un professionista per farmi assistere in queste procedure?”. Ci sono professionisti che, lo prevede la stessa legge, si fanno pagare nell’ambito del riparto previsto dal piano del consumatore solo al termine dell’azione di tutela e alla condizione di aver ottenuto un risultato positivo. Basta informarsi.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Palermo, 19 gen. (Adnkronos) - "Il sindaco, unitamente alla giunta, e il presidente del consiglio, unitamente all’intero consiglio comunale, condannano fermamente l’infame aggressione perpetrata, nella giornata di oggi, ai danni di un nostro concittadino settantaduenne ad opera di due malviventi, che dopo avere tentato di estorcergli del denaro, al rifiuto dell’uomo, lo hanno letteralmente massacrato, lasciandolo a terra, nella pubblica via, gravemente ferito". Così il sindaco di Lentini (Siracusa), Rosario Lo Faro dopo la rapina all'anziano rimasto gravemente ferito.
"Un atto di barbarie, insopportabile per l’intera comunità lentinese, che travalica ogni limite di tolleranza, di fronte al quale, una volta assicurati alla giustizia i due balordi, il Comune di Lentini non esiterà a costituirsi parte civile nel processo allo scopo di chiederne la massima punizione- dice -Da ultimo, interpretando il pensiero della città, ci auguriamo che la vittima possa, al più presto, riprendersi per ritornare all’affetto dei suoi familiari".
Palermo, 19 gen. (Adnkronos) - Un anziano di 72 anni è ricoverato in gravissime condizioni dopo essere stato rapinato con violenza. E' successo a Lentini, nel Siracusano, in via Libertà, a pochi passi dallo stadio comunale. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti il pensionato stava passeggiando da solo quando è stato avvicinato da due persone, che avrebbero preteso dei soldi. Al rifiuto dell’uomo, i due hanno iniziato a massacrarlo con violenza, con calci e pugni, anche in faccia. A dare l'allarme sono stati i passanti che hanno messo in fuga i due mentre il 72enne è stato trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale di Lentini dove è arrivato in gravissime condizioni. E’ in prognosi riservata. Ha una commozione cerebrale. La Procura ha aperto una inchiesta.
Tel Aviv, 19 gen. (Adnkronos) - Romi Gonen, Emili Damari e Doron Steinbrecher. Sono loro le tre donne che, secondo quanto anticipato da Hamas, dovrebbero essere liberate alle 4 di questo pomeriggio (le tre ora italiana), dopo l'accordo raggiunto sul cessate il fuoco entrato in vigore questa mattina.
Emili Damari, 28 anni, ha doppia cittadinanza britannica, mentre Doron Steinbrecher, 31 anni, è romena. Entrambe erano state rapite da Kfar Aza il 7 ottobre del 2023. Steinbrecher, che è una infermiera veterinaria, viveva accanto alle abitazioni della sorella sposata e dei genitori nel kibbutz. "Sono arrivati. Mi prendono", aveva detto in un messaggio vocale inviato ai suoi amici la mattina del 7 ottobre. Damari si trovava nel suo appartamento quando sono arrivati i miliziani di Hamas che le hanno sparato a una mano e hanno ucciso il suo cane, Chooka. E' stata anche ferita alla gamba da una scheggia di proiettile. E' stata caricata sulla sua auto e portata a Gaza, come ha testimoniato la madre.
Romi Gonen era stata catturata mentre cercava di scappare in auto con amici, proprio mentre era al telefono con la madre Meirav. "Mi hanno colpito mamma, sto perdendo sangue. Tutti in macchina stanno perdendo sangue", erano state le ultime parole alla madre quel giorno. Poco dopo, le forze israeliane hanno trovato l'auto vuota. E il telefono di Romi è stato tracciato a Gaza. Un ostaggio rilasciato lo scorso novembre aveva rivelato alla famiglia che Romi era viva, ma non in buone condizioni di salute.
Caltagirone (Catania), 19 gen.(Adnkronos) - "Nella Commissione Europea è vietata qualsiasi manifestazione religiosa, come se l'Europa fosse priva di radici e priva di valori. Io lo facevo apposta, facevo il presepe e mettevo il crocifisso nel mio ufficio, quando ero commissario europeo". Lo ha detto il ministro degli Esteri e leader di Fi Antonio Tajani, intervenendo a Caltagirone (Catania) a un incontro su Don Luigi Sturzo.
Caltagirone (Catania), 19 gen. (Adnkronos) - "E' finita la stagione del partito unico dei cristiani, però credo che non possa esserci una rinuncia dei cristiani a esprimere le proprie idee e i propri valori, anche nell'agire politico. Essere cristiani non è un fatto privato, che riguarda solo la nostra coscienza. Per un politico cristiano valgono tutte le cose che ha detto don Luigi Sturzo nei suoi lunghi anni di impegno. Significa di avere il coraggio di fare delle scelte, già il coraggio di dirsi cristiani". Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani, intervenendo a Caltagirone a un incontro organizzato in ricordo di don Sturzo. "C'è il timore di dire 'sono cristiano', non è mica un marchio di infamia. Puoi applicare alla politica i valori cristiani".
Caltagirone, 19 gen. (Adnkronos) - "Io domani mattina sarò in Israele e poi sarò a Ramallah, in Cisgiordania, per sostenere la pace, per incoraggiare questa tregua che è ancora molto fragile". Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della sua visita a Caltagirone (Catania) per ricordare don Sturzo.
Tregua che "poi deve trasformarsi veramente in un momento di pace. Un cessate il fuoco che sta cominciando ora. Bisogna che tutte le parti facciano il massimo perché possa consolidarsi, che da una prima fase poi si possa passare alla seconda e poi alla terza. L'Italia vuole essere protagonista di questa costruzione di pace, come lo è stata in passato. E in Israele e in Palestina andrò a ripetere questo messaggio".
"L'Italia vuole essere anche garante di questa tregua e mi auguro che si possa in futuro anche avere la riunificazione della Palestina, Gaza e Cisgiordania, per poi dar vita, in futuro, ad uno Stato palestinese che riconosca Israele e sia riconosciuto da Israele. L'obiettivo è sempre quello della pace e mi auguro anche che si possa finalmente arrivare a sottoscrivere gli accordi di Abramo, che sono quelli che invisi ad Hamas, hanno provocato tutto quello che è successo in questi mesi", ha detto ancora il ministro.
"Bisogna capire che il cessate il fuoco, in queste prime fasi, è ancora fragilee bisogna fare il possibile per sostenere le parti - ha sottolineato Tajani - A mano a mano che, da un lato, aumenterà il flusso di ostaggiche tornerà a casa e, dall’altro il flusso degli aiuti alimentari ed energetici, dovremo far crescere la fiducia reciproca e la voglia di porre definitivamente fine al conflitto. Sarà molto difficile, ma è ciò su cui dobbiamo lavorare. Per questo la mia missione di domani servirà a dare un chiaro segnale che con la pace e la stabilità, di Israele ma anche dell’intera regione, finisce l’isolamento".
"Anp non può ancora riprendere il controllo di Gaza. Dobbiamo lavorare per una positiva prima fase di 6 settimane per aprire le porte alla seconda. L'Italia con la Ue e con i paesi amici arabi sarà impegnata in questa lunga maratona per costruire la pace", ha quindi aggiunto Tajani.
"In Libano adesso dovrà essere presa una decisione. Noi abbiamo un candidato che è di i altissimo livello, mi auguro che sia gradito sia ai libanesi sia agli israeliani, quindi credo che possa si possa raggiungere questo obiettivo", ha detto ancora il vicepremier rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se l'Italia conferma le truppe Unifil con l'Italia al comando. "Abbiamo sempre dimostrato, con i nostri militari, di essere protagonisti di pace, graditi a tutti, come sono graditi i nostri carabinieri in Palestina così le nostre truppe, che sono parte dell'Unifil, sono gradite per la loro capacità di integrarsi nel territorio, di saper rispettare tutte le diverse identità. Ecco, sono fondamentali per la costruzione della pace in quell'area tormentata nel Medio Oriente, dove noi vogliamo, ripeto, essere protagonisti e portatori di pace", ha concluso.
Tel Aviv, 19 gen. (Adnkronos) - Romi Gonen, Emili Damari e Doron Steinbrecher. Sono loro le tre donne che, secondo quanto anticipato da Hamas, dovrebbero essere liberate alle 4 di questo pomeriggio (le tre ora italiana), dopo l'accordo raggiunto sul cessate il fuoco entrato in vigore questa mattina.
Emili Damari, 28 anni, ha doppia cittadinanza britannica, mentre Doron Steinbrecher, 31 anni, è romena. Entrambe erano state rapite da Kfar Aza il 7 ottobre del 2023. Steinbrecher, che è una infermiera veterinaria, viveva accanto alle abitazioni della sorella sposata e dei genitori nel kibbutz. "Sono arrivati. Mi prendono", aveva detto in un messaggio vocale inviato ai suoi amici la mattina del 7 ottobre. Damari si trovava nel suo appartamento quando sono arrivati i miliziani di Hamas che le hanno sparato a una mano e hanno ucciso il suo cane, Chooka. E' stata anche ferita alla gamba da una scheggia di proiettile. E' stata caricata sulla sua auto e portata a Gaza, come ha testimoniato la madre.
Romi Gonen era stata catturata mentre cercava di scappare in auto con amici, proprio mentre era al telefono con la madre Meirav. "Mi hanno colpito mamma, sto perdendo sangue. Tutti in macchina stanno perdendo sangue", erano state le ultime parole alla madre quel giorno. Poco dopo, le forze israeliane hanno trovato l'auto vuota. E il telefono di Romi è stato tracciato a Gaza. Un ostaggio rilasciato lo scorso novembre aveva rivelato alla famiglia che Romi era viva, ma non in buone condizioni di salute.
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Vincenzo Imperatore
Consulente di direzione, giornalista e saggista
Economia & Lobby - 29 Maggio 2021
Perché della ‘legge salva-suicidi’ se ne parla solo quando i suicidi sono già avvenuti
Se si chiama “legge salva-suicidi” un motivo ci sarà. Solo che se ne parla unicamente quando i suicidi sono già avvenuti. Sembra che la lobby bancaria controlli un certo tipo di informazione. Forse per i motivi ben illustrati nell’inchiesta di Nicola Borzi su Il Fatto Quotidiano che, con riferimento all’elevato indebitamento bancario degli editori, sottolinea che “più gli editori sono indebitati, più sono vulnerabili rispetto alle banche creditrici”.
Sicuramente perché, come riferitomi per il mio libro Salviamoci da un top manager che ha voluto mantenere l’anonimato, in una primaria banca italiana (che fa quindi tendenza) il 68% (!!!) dei mutui erogati tra il 2005 ed il 2015 era stato concesso non rispettando i limiti del reddito minimo necessario (detto “cash flow operativo”) che chi richiede un prestito dovrebbe avere. Tali limiti attengono ad un criterio di calcolo adottato dalle banche più o meno standardizzato, secondo il quale l’ammontare annuo delle rate non deve essere superiore al 30-35% del reddito disponibile.
Se si superano questi limiti potremmo essere di fronte ad un mutuatario “sovraindebitato” che, secondo la legge, è un cittadino che vive una situazione di perdurante squilibrio tra i suoi debiti e il suo patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte; squilibrio che determina la rilevante difficoltà di adempiere le proprie obbligazioni. Quel 68% di mutuatari in difficoltà potrebbe quindi appellarsi a questa legge che riguarda il cosiddetto “sovraindebitamento“, spesso diretta conseguenza del sovrafinanziamento di cui abbiamo parlato nelle settimane precedenti.
Il dato di “quella banca” è un benchmark perché la crisi economica, che produce i suoi effetti in particolare sulla vulnerabilità finanziaria delle famiglie e delle imprese, ha evidenziato per tutto il sistema creditizio la criticità dei fenomeni di sovraindebitamento e, in generale, dell’insolvenza.
Tra l’altro la legge nasce per effetto della situazione economica che si è venuta a creare dopo la crisi del 2008 che ha fornito al legislatore forti impulsi per colmare il deficit normativo vigente nel nostro paese riguardo al problema del sovraindebitamento di tutti quei soggetti esclusi dall’ambito di applicazione delle procedure di ripianamento del debito, previste dalla legge fallimentare. Così, nel 2012, anche l’Italia si è finalmente dotata di una disciplina legislativa volta a favorire la composizione delle crisi e delle insolvenze.
La legge “salva-suicidi” ha introdotto misure strutturali dedicate a quei soggetti non fallibili che, anche a causa di emergenze economiche, vengano a trovarsi in una situazione di grave squilibrio patrimoniale e finanziario, riconoscendo loro l’opportunità, in presenza di determinate condizioni, di avere rimessi i propri debiti per ripartire da zero e di riacquistare un ruolo attivo nell’economia, senza restare schiacciati dal carico dell’indebitamento preesistente.
Con il Decreto Ristori del dicembre scorso la stessa legge è stata riformata e migliorata, dando la possibilità al debitore di cancellare i debiti senza esborso di denaro, purché dimostri la sua meritevolezza e l’effettiva mancanza di alcun bene o capitale da poter offrire. In pratica il debitore insolvente o il consumatore sovraindebitato che intendano tentare la sistemazione della propria situazione debitoria possono rivolgersi a un Organismo di composizione della crisi da sovraindebitamento (Occ), ente terzo imparziale e indipendente appositamente istituito, di composizione della crisi o, in alternativa, al tribunale territorialmente competente.
In particolare, la legge prevede che, al fine di porre rimedio alle situazioni di sovraindebitamento, sia consentito al debitore di concludere un accordo con i creditori che possa prevedere una soddisfazione parziale del debito o anche una dilazione del pagamento.
Ha fatto storia, in merito, la sentenza del 2015 del Tribunale di Busto Arsizio, il cui giudice delegato per l’omologazione del piano del consumatore tagliò addirittura oltre l’80% del debito con Equitalia (da 86.000 a 11.000 euro) di una donna in cassa integrazione. Ma il giudice dell’esecuzione, prendendo atto di quanto disposto dal giudice delegato, il giorno stesso della vendita dell’immobile della consumatrice vessata ha sospeso la procedura esecutiva, sino all’udienza fissata per l’omologazione del piano del consumatore previsto dalla legge sul sovraindebitamento. Ma anche il Tribunale di Trani con un recente provvedimento (2020) ha accolto la procedura di liquidazione del patrimonio di due coniugi falcidiando i debiti di oltre il 50%.
A questo punto vi starete chiedendo: “Ma se non ho i soldi per onorare il mutuo, come posso pagare le parcelle di un professionista per farmi assistere in queste procedure?”. Ci sono professionisti che, lo prevede la stessa legge, si fanno pagare nell’ambito del riparto previsto dal piano del consumatore solo al termine dell’azione di tutela e alla condizione di aver ottenuto un risultato positivo. Basta informarsi.
MORTE DEI PASCHI
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Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
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Palermo, 19 gen. (Adnkronos) - "Il sindaco, unitamente alla giunta, e il presidente del consiglio, unitamente all’intero consiglio comunale, condannano fermamente l’infame aggressione perpetrata, nella giornata di oggi, ai danni di un nostro concittadino settantaduenne ad opera di due malviventi, che dopo avere tentato di estorcergli del denaro, al rifiuto dell’uomo, lo hanno letteralmente massacrato, lasciandolo a terra, nella pubblica via, gravemente ferito". Così il sindaco di Lentini (Siracusa), Rosario Lo Faro dopo la rapina all'anziano rimasto gravemente ferito.
"Un atto di barbarie, insopportabile per l’intera comunità lentinese, che travalica ogni limite di tolleranza, di fronte al quale, una volta assicurati alla giustizia i due balordi, il Comune di Lentini non esiterà a costituirsi parte civile nel processo allo scopo di chiederne la massima punizione- dice -Da ultimo, interpretando il pensiero della città, ci auguriamo che la vittima possa, al più presto, riprendersi per ritornare all’affetto dei suoi familiari".
Palermo, 19 gen. (Adnkronos) - Un anziano di 72 anni è ricoverato in gravissime condizioni dopo essere stato rapinato con violenza. E' successo a Lentini, nel Siracusano, in via Libertà, a pochi passi dallo stadio comunale. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti il pensionato stava passeggiando da solo quando è stato avvicinato da due persone, che avrebbero preteso dei soldi. Al rifiuto dell’uomo, i due hanno iniziato a massacrarlo con violenza, con calci e pugni, anche in faccia. A dare l'allarme sono stati i passanti che hanno messo in fuga i due mentre il 72enne è stato trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale di Lentini dove è arrivato in gravissime condizioni. E’ in prognosi riservata. Ha una commozione cerebrale. La Procura ha aperto una inchiesta.
Tel Aviv, 19 gen. (Adnkronos) - Romi Gonen, Emili Damari e Doron Steinbrecher. Sono loro le tre donne che, secondo quanto anticipato da Hamas, dovrebbero essere liberate alle 4 di questo pomeriggio (le tre ora italiana), dopo l'accordo raggiunto sul cessate il fuoco entrato in vigore questa mattina.
Emili Damari, 28 anni, ha doppia cittadinanza britannica, mentre Doron Steinbrecher, 31 anni, è romena. Entrambe erano state rapite da Kfar Aza il 7 ottobre del 2023. Steinbrecher, che è una infermiera veterinaria, viveva accanto alle abitazioni della sorella sposata e dei genitori nel kibbutz. "Sono arrivati. Mi prendono", aveva detto in un messaggio vocale inviato ai suoi amici la mattina del 7 ottobre. Damari si trovava nel suo appartamento quando sono arrivati i miliziani di Hamas che le hanno sparato a una mano e hanno ucciso il suo cane, Chooka. E' stata anche ferita alla gamba da una scheggia di proiettile. E' stata caricata sulla sua auto e portata a Gaza, come ha testimoniato la madre.
Romi Gonen era stata catturata mentre cercava di scappare in auto con amici, proprio mentre era al telefono con la madre Meirav. "Mi hanno colpito mamma, sto perdendo sangue. Tutti in macchina stanno perdendo sangue", erano state le ultime parole alla madre quel giorno. Poco dopo, le forze israeliane hanno trovato l'auto vuota. E il telefono di Romi è stato tracciato a Gaza. Un ostaggio rilasciato lo scorso novembre aveva rivelato alla famiglia che Romi era viva, ma non in buone condizioni di salute.
Caltagirone (Catania), 19 gen.(Adnkronos) - "Nella Commissione Europea è vietata qualsiasi manifestazione religiosa, come se l'Europa fosse priva di radici e priva di valori. Io lo facevo apposta, facevo il presepe e mettevo il crocifisso nel mio ufficio, quando ero commissario europeo". Lo ha detto il ministro degli Esteri e leader di Fi Antonio Tajani, intervenendo a Caltagirone (Catania) a un incontro su Don Luigi Sturzo.
Caltagirone (Catania), 19 gen. (Adnkronos) - "E' finita la stagione del partito unico dei cristiani, però credo che non possa esserci una rinuncia dei cristiani a esprimere le proprie idee e i propri valori, anche nell'agire politico. Essere cristiani non è un fatto privato, che riguarda solo la nostra coscienza. Per un politico cristiano valgono tutte le cose che ha detto don Luigi Sturzo nei suoi lunghi anni di impegno. Significa di avere il coraggio di fare delle scelte, già il coraggio di dirsi cristiani". Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani, intervenendo a Caltagirone a un incontro organizzato in ricordo di don Sturzo. "C'è il timore di dire 'sono cristiano', non è mica un marchio di infamia. Puoi applicare alla politica i valori cristiani".
Caltagirone, 19 gen. (Adnkronos) - "Io domani mattina sarò in Israele e poi sarò a Ramallah, in Cisgiordania, per sostenere la pace, per incoraggiare questa tregua che è ancora molto fragile". Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della sua visita a Caltagirone (Catania) per ricordare don Sturzo.
Tregua che "poi deve trasformarsi veramente in un momento di pace. Un cessate il fuoco che sta cominciando ora. Bisogna che tutte le parti facciano il massimo perché possa consolidarsi, che da una prima fase poi si possa passare alla seconda e poi alla terza. L'Italia vuole essere protagonista di questa costruzione di pace, come lo è stata in passato. E in Israele e in Palestina andrò a ripetere questo messaggio".
"L'Italia vuole essere anche garante di questa tregua e mi auguro che si possa in futuro anche avere la riunificazione della Palestina, Gaza e Cisgiordania, per poi dar vita, in futuro, ad uno Stato palestinese che riconosca Israele e sia riconosciuto da Israele. L'obiettivo è sempre quello della pace e mi auguro anche che si possa finalmente arrivare a sottoscrivere gli accordi di Abramo, che sono quelli che invisi ad Hamas, hanno provocato tutto quello che è successo in questi mesi", ha detto ancora il ministro.
"Bisogna capire che il cessate il fuoco, in queste prime fasi, è ancora fragilee bisogna fare il possibile per sostenere le parti - ha sottolineato Tajani - A mano a mano che, da un lato, aumenterà il flusso di ostaggiche tornerà a casa e, dall’altro il flusso degli aiuti alimentari ed energetici, dovremo far crescere la fiducia reciproca e la voglia di porre definitivamente fine al conflitto. Sarà molto difficile, ma è ciò su cui dobbiamo lavorare. Per questo la mia missione di domani servirà a dare un chiaro segnale che con la pace e la stabilità, di Israele ma anche dell’intera regione, finisce l’isolamento".
"Anp non può ancora riprendere il controllo di Gaza. Dobbiamo lavorare per una positiva prima fase di 6 settimane per aprire le porte alla seconda. L'Italia con la Ue e con i paesi amici arabi sarà impegnata in questa lunga maratona per costruire la pace", ha quindi aggiunto Tajani.
"In Libano adesso dovrà essere presa una decisione. Noi abbiamo un candidato che è di i altissimo livello, mi auguro che sia gradito sia ai libanesi sia agli israeliani, quindi credo che possa si possa raggiungere questo obiettivo", ha detto ancora il vicepremier rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se l'Italia conferma le truppe Unifil con l'Italia al comando. "Abbiamo sempre dimostrato, con i nostri militari, di essere protagonisti di pace, graditi a tutti, come sono graditi i nostri carabinieri in Palestina così le nostre truppe, che sono parte dell'Unifil, sono gradite per la loro capacità di integrarsi nel territorio, di saper rispettare tutte le diverse identità. Ecco, sono fondamentali per la costruzione della pace in quell'area tormentata nel Medio Oriente, dove noi vogliamo, ripeto, essere protagonisti e portatori di pace", ha concluso.
Tel Aviv, 19 gen. (Adnkronos) - Romi Gonen, Emili Damari e Doron Steinbrecher. Sono loro le tre donne che, secondo quanto anticipato da Hamas, dovrebbero essere liberate alle 4 di questo pomeriggio (le tre ora italiana), dopo l'accordo raggiunto sul cessate il fuoco entrato in vigore questa mattina.
Emili Damari, 28 anni, ha doppia cittadinanza britannica, mentre Doron Steinbrecher, 31 anni, è romena. Entrambe erano state rapite da Kfar Aza il 7 ottobre del 2023. Steinbrecher, che è una infermiera veterinaria, viveva accanto alle abitazioni della sorella sposata e dei genitori nel kibbutz. "Sono arrivati. Mi prendono", aveva detto in un messaggio vocale inviato ai suoi amici la mattina del 7 ottobre. Damari si trovava nel suo appartamento quando sono arrivati i miliziani di Hamas che le hanno sparato a una mano e hanno ucciso il suo cane, Chooka. E' stata anche ferita alla gamba da una scheggia di proiettile. E' stata caricata sulla sua auto e portata a Gaza, come ha testimoniato la madre.
Romi Gonen era stata catturata mentre cercava di scappare in auto con amici, proprio mentre era al telefono con la madre Meirav. "Mi hanno colpito mamma, sto perdendo sangue. Tutti in macchina stanno perdendo sangue", erano state le ultime parole alla madre quel giorno. Poco dopo, le forze israeliane hanno trovato l'auto vuota. E il telefono di Romi è stato tracciato a Gaza. Un ostaggio rilasciato lo scorso novembre aveva rivelato alla famiglia che Romi era viva, ma non in buone condizioni di salute.