Un mese di tempo in più per raccogliere le firme necessarie ai referendum finora presentati in Cassazione. Un estensione da tre a quattro mesi che però non vale per la consultazione sulla giustizia che il Partito Radicale e la Lega depositeranno il 3 giugno alla Suprema corte. A prevederlo un emendamento al decreto riaperture approvato ieri sera in Commissione Affari sociali della Camera, che ha provocato l’ira del Carroccio.
Al decreto riaperture, infatti, era stato presentato un emendamento firmato dai capigruppo di M5s, Lega e +Europa in Commissione Affari costituzionali, Vittoria Baldino, Igor Iezzi e Riccardo Magi, che prevedeva lo slittamento di un mese di tutti i passaggi necessari per la promozione di un referendum, tra cui l’allungamento da tre a quattro mesi, dei tempi entro cui raccogliere le firme dal momento in cui viene fatta richiesta in Cassazione.
Dal ministero della Giustizia è arrivato un parere contrario per ragioni di amministrazione del lavoro in Cassazione. La proposta fatta dal governo in Commissione è stata dunque quella di riformulare l’emendamento Baldino-Iezzi-Magi prevedendo solo l’allungamento a 4 mesi dei tempi di raccolta firme, e – soprattutto – solo per le richieste di referendum depositati in Cassazione entro il 15 maggio 2021. In pratica ne guadagnerebbe il solo referendum sull’eutanasia dell’Associazione Luca Coscioni.
La Lega ha quindi controproposto di spostare più in avanti, al 15 giugno, questa data limite, o fissarla alla data delle conversione in legge del decreto, così da “salvare” i referendum sulla giustizia. Ma la controproposta non è stata accettata ed è stata votata e approvata la riformulazioni con i voti di M5s e Pd. “Avevamo fatto un percorso insieme – dice Iezzi – è poi è arrivata questa riformulazione che chiaramente ci discrimina. O la deroga riguardava tutti i referendum o nessuno, e l’avremmo accettata come decisione tecnica. Così è una decisione politica. Vedremo in Aula come reagire”