Il suo nome ha rappresentato una presenza costante tra i papabili alla carica di presidente della Repubblica per gli ultimi mandati al Quirinale, ma stavolta, in vista dello scadere dei sette anni di Sergio Mattarella e in vista delle nuove elezioni del Capo dello Stato, Romano Prodi a 81 anni si sfila dalla lista dei profili spendibili. “Oltre all’ostacolo dell’età, non è il mio mestiere. Sarebbe stato forzato anche l’altra volta, quando ho avuto il voto contrario del Parlamento”, ha dichiarato in un’intervista al Resto del Carlino.
L’ex presidente del Consiglio ammette che il ruolo di mediazione gli sarebbe comunque andato stretto, visto il suo lungo passato politico, e che difficilmente avrebbe potuto ricoprire questo incarico in maniera imparziale, come si richiede a un capo di Stato: “Il ruolo di mediazione a cui è obbligato il presidente della Repubblica non è il mio. Non sono certo un fanatico, ma non sono super partes. Ho idee molto precise. Sono sempre stato un uomo di parte, sempre aperto e comprensivo, ma lo sono ancora”. E confessa che, se fosse stato più giovane, un incarico a cui avrebbe ambito sarebbe stato quello di primo cittadino di Bologna: “Ecco, mi piacerebbe fare il sindaco di Bologna, se avessi 15 anni in meno”.
All’ex premier viene poi chiesto come vede il futuro dell’Italia adesso che il Paese, come il resto d’Europa, si appresta a uscire dalla pandemia di coronavirus che da un anno e mezzo ha stravolto le vite e le economie di tutto il mondo: “Ho buone speranze per il futuro, anche se non sarà facile perché abbiamo poco tempo. Non illudiamoci che da Bruxelles non ci facciano gli esami. L’occasione però c’è”. E dà il suo appoggio al governo Draghi: “Al vertice del nostro Paese ci sono le persone migliori che ci possano essere. Mattarella, Draghi e, per me, Letta sono persone nelle quali mi identifico”.