Dopo la due giorni tra Spagna e Polonia della leader di Fdi, il leader della Lega va a Cascais per partecipare alla videoconferenza di Id, il gruppo della Lega in Ue, ma anche di Le Pen e dei tedeschi di Alternative für Deutschland. Da lì ha lanciato la proposta di un unico gruppo all'Europarlamento che metta insieme nazionalisti, conservatori e persino quelle anime dei popolari vicine a Orban. No di Tajani, mentre Fratelli d'Italia rilancia: "Processo parte dai conservatori"
Un maxi gruppo che metta insieme l’ultradestra europea. È la mossa di Matteo Salvini per pesare di più tra i nazionalisti Ue. Ma soprattutto per stanare Giorgia Meloni, sua concorrente interna non solo aldiquà delle Alpi, ma ormai anche su scala continentale. La leader di Fratelli d’Italia viene da una due giorni tra Spagna e Polonia, per puntellare Ecr, il gruppo dei conservatori europei di cui fa parte il suo partito all’Europarlamento. Il segretario della Lega risponde oggi da Cascais, in Portogallo, dove ha partecipato alla videoconferenza di Id, il gruppo della Lega in Ue, ma anche di Marine Le Pen e dei tedeschi di Alternative für Deutschland. “Id, Ecr e Ppe con Orban: è il momento di mettere insieme il meglio dei tre gruppi per essere determinanti nel Parlamento europeo”, dice l’ex ministro dell’Interno che ha proposto un incontro a giugno “in Italia o in Polonia. Spero che nessuno abbia gelosie o chiusure, perché in gioco c’è l’Europa”. A chi si riferisce Salvini quando parla di gelosie? Forse a Meloni, formalmente sua alleata nel centrodestra italiano ma nei fatti all’opposizione del governo di Mario Draghi, che invece è appoggiato dalla Lega? La leader di Fdi, presidente dei conservatori europei, nei giorni scorsi è stata in Spagna da Santiago Abascal, l’uomo forte di Vox, noto per le sue posizioni neofranchiste. Insieme sono andati a Varsavia e hanno incontrato il premier polacco Mateusz Moraviecki e Jaruslaw Kaczynski, il presidente del Pis, il partito di ultradestra che governa il Paese.
Una “gita” utile a Meloni per stringere i rapporti con due tra i più forti partiti conservatori in Ue, dopo che nell’aprile scorso Salvini aveva lanciato la sua Opa. Rispondendo all’appello di Viktor Orban, appena uscito dal Ppe, Salvini era andato a Budapest per incontrare proprio Moraviecki. L’obiettivo è lo stesso rilanciato oggi a Cascais: unire tutte le forze nazionaliste europee in un unico grande soggetto. “In Europa, c’è il tema dell’immigrazione, della famiglia. Su alcuni temi a Bruxelles serve qualcuno che dica no alle adozioni gay, no all’utero in affitto o altri strani esperimenti. Spero che anche nel Ppe ci sia chi non si rassegna a essere subalterni alla sinistra”, dice il leader del Carroccio dal Portogallo, rivolgendosi dunque anche ad alcune anime dei popolari. “I media – sostiene – ci tratteranno come un incontro di estremisti ma noi qui stiamo seminando: possiamo essere il primo partito con almeno 130 parlamentari”. Salvini fa i conti dell’Europarlamento: “Id ha 73 deputati per 10 nazionalità, e la Lega ne ha 27, Ecr ha 61 deputati per 14 nazionalità e Fdi ne ha 7, il Ppe 178 deputati per 27 nazionalità e 10 sono di Forza Italia, più i 12 deputati di Orban invece sono tra i non iscritti”. Il sottotesto del conteggio di Salvini è che nel nuovo soggetto politico ad avere più seggi sarebbe il suo partito: Meloni, per il momento, ha solo i sondaggi dalla sua parte. Difficile negare chi sarebbe il leader naturale del nuovo megagruppo di ultradestra.
Alla proposta di Salvini, però, arriva lo stop di Antonio Tajani, che del Ppe è vicepresidente: “In Italia – spiega – il centrodestra è unito ma tutto ciò non può essere trasportato in Ue: per il Ppe è impossibile fare un accordo con Id. Non possiamo rinunciare alla nostra identità Salvini fa parte del governo Draghi e ha fatto una scelta europeista, altri no: Afd e Le Pen che sono alternativi culturalmente a noi, sono antieuropeisti. L’accordo vincente contro la sinistra è quello che portò alla mia elezione a presidente del Pe tra Ppe, Conservatori e Liberali”.
Meloni non parla, ma manda avanti l’eurodeputato Carlo Fidanza, che non è contrario alla proposta di Salvini ma la gira a favore di Fdi: “Da presidente dei Conservatori europei Giorgia Meloni è impegnata ogni giorno per allargare la famiglia di Ecr a chi condivide i nostri valori. A cominciare da chi tra i popolari è stufo della subalternità del Ppe alle sinistre e da chi, alla destra di Ecr, vuole superare un certo velleitarismo anti-europeo per costruire destre di governo alleabili con il centro, in una prospettiva bipolare come quella che abbiamo in Italia. È un processo articolato che non si fa con le formule matematiche ma con tanto dialogo e tanta politica”.