L'ex primo cittadino, che in questi giorni ha ricevuto la solidarietà di quasi tutta la classe politica (comprese le scuse di Luigi Di Maio), ha scelto di parlare con l'agenzia Adnkronos dopo che il Fatto ha pubblicato il suo verbale di cinque anni fa. Senza però entrare nel merito degli "sbagli" che ammise nel suo interrogatorio del 2016
Attacca il Fatto Quotidiano, ma non spiega i verbali. L’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti, assolto in appello dall’accusa di turbativa d’asta, se la prende con il nostro giornale che ha pubblicato le sue dichiarazioni ai pm del 2016 dal carcere di San Vittore. Nessuna spiegazione sugli “sbagli” che lui stesso ha detto di “aver fatto per il bene della mia città” e nessun commento sulla sua ammissione di aver tentato di cancellare le prove. Disse infatti ai pm: “Il contenuto dei file che volevo cancellare riguardano una delle bozze del bando della gara che ho mandato all’avvocato Marini. Comunque poca roba, una o due mail”. L’ex primo cittadino, che in questi giorni ha ricevuto la solidarietà di quasi tutta la classe politica (comprese le scuse di Luigi Di Maio), ha scelto di parlare con l’agenzia Adnkronos dopo che il Fatto ha pubblicato il suo verbale di cinque anni fa, in cui ammetteva di aver cancellato dei file: “Dopo l’arresto, non mi vergogno a dirlo, io sono andato per qualche mese da una psicoterapeuta“, ha detto. “L’accanimento che sta operando contro di me Il Fatto mi fa pensare che un maggiore equilibrio, magari anche con un supporto professionale, potrebbe essere d’aiuto anche a loro nella comprensione della realtà”.
Uggetti sceglie però di non aggiungere altro in merito alle sue dichiarazioni ai pm sul bando e sui suoi interessamenti a favore della “Sporting Lodi”. Si limita, accusando Il Fatto, a sostenere “che c’è una differenza fondamentale tra l’ammettere di aver compiuto degli sbagli e l’ammettere di aver commesso un reato“. Non entra quindi nel merito del verbale. “Io ho sempre collaborato con i magistrati, sempre. Magistrati che rispetto profondamente e che ho rispettato anche nei momenti più duri, perché fanno un lavoro delicato e difficile”. Del resto “tutti possono sbagliare, ma non è perché un medico sbaglia che non si va più in ospedale a curarsi”.
Intanto continua lo scontro politico. Le scuse di Di Maio “per aver alimentato la gogna mediatica” hanno aperto un fronte dentro i 5 stelle, che solo in parte è stato ricomposto dall’intervento di Giuseppe Conte. L’ex premier infatti, che inizialmente aveva dato il suo sostegno al ministro degli Esteri, ieri ha scritto una lunga nota per ribadire che il “M5s sta maturando ma resterà sempre intransigente su trasparenza e legalità”. Contro i 5 stelle ha parlato oggi l’ex M5s e presidente della commissione Antimafia Nicola Morra: “Chiedo io scusa”, ha scritto su Facebook. “Agli italiani che hanno creduto che potessimo cambiare veramente. La verità storica può essere ben diversa da quella processuale e giudiziaria. Uggetti, il sindaco di Lodi che è stato oggetto delle polemiche, aveva confessato inizialmente condotte gravi. In primo grado era stato condannato. Ora in appello, senza che se ne conoscano ancora le motivazioni, è stato ribaltato il verdetto di primo grado. È possibile, per non dire probabile, che a seguito di impugnazione da parte della Procura, si vada in Cassazione, e che la Cassazione emetta altro verdetto, che potrebbe essere nuovamente assolutorio, esattamente come il suo contrario. Se a qualcuno si deve chiedere scusa, è ai tanti italiani che hanno creduto in un cambiamento reale”.
A entrare nel merito dei risvolti politici della vicenda nel 2016 è stato il capogruppo M5s in Regione Lombardia Massimo De Rosa ed ex deputato: “All’epoca dei fatti le osservazioni dei gruppi locali e territoriali sul sindaco Uggetti erano che con i dubbi in campo avrebbe fatto meglio a evitare di mantenere il suo ruolo”, ha detto all’agenzia Adnkronos. “Dobbiamo distinguere tra garantismo e opportunità politica. Il M5s per opportunità politica ha evitato di candidare delle persone o mantenere dei ruoli, credo che questo valga per tutti e lo vediamo anche negli altri Paesi europei. Il politico deve essere d’esempio per il cittadino quindi deve essere più che specchiato. Se una persona poi viene dichiarata innocente e scagionata ha tutto il diritto di non essere tirata in ballo”,