«Mio figlio era sulla funivia di Stresa mezz’ora prima dell’incidente: Mike lo ha custodito». A rivelarlo è Daniela Zuccoli, la vedova di Mike Bongiorno, in una lunga intervista al quotidiano Repubblica in cui racconta il legame speciale con il marito – «è presente con la sua energia» -, del loro rapporto durato più di quarant’anni e di come il conduttore, scomparso a causa di un infarto l’8 settembre del 2009 a Montecarlo, continui a influenzare la sua vita e quella dei suoi figli. A cominciare da Michele, il loro primogenito: il produttore televisivo ha infatti utilizzato la funivia Stresa-Mottatone pochi minuti prima del tragico incidente, avvenuto domenica 23 maggio.
Tutti i dettagli li ha rivelati la Zuccoli che, aprendosi a una confessione inedita, ha spiegato di avvertire in maniera concreta (e inspiegabile razionalmente) la presenza di Mike Bongiorno. «Lui vede prima di noi, indirizza i nostri destini. Domenica scorsa, per esempio, è successo», ha raccontato facendo poi riferimento a un episodio specifico avvenuto appena una settimana fa. «Mio figlio Miki ha preso la funivia di Stresa mezz’ora prima che precipitasse la stessa cabina sulla quale era salito. Ha raggiunto il Mottarone per fare la discesa in mountain bike. Non posso non pensare che Mike lo abbia custodito». Semplice casualità o sliding doors, le domanda il giornalista. E Daniela Zuccoli non ha dubbi: «La verità è che nessuno muore davvero. Diventiamo universo, ci trasformiamo in energia e questa energia poi si tramuta in un corpo un numero indefinito di altre volte finché non ci ripuliamo fino in fondo».
Per altro, il legame tra la famiglia Bongiorno e il Lago Maggiore è speciale e dura da molti anni, tanto che Mike trasformò nel suo buen retiro Villa Zuccoli, a Dagnente, dove Michele Bongiorno – che fa il produttore televisivo e cinematografico – sposò nel 2008 Agnese Visconti (tra gli ospiti delle nozze c’era anche Fiorello). Proprio nel cimitero di quel paesino sulle colline di Arona fu seppellito il conduttore, la cui salma fu clamorosamente trafugata nel gennaio del 2010 per poi essere ritrovata quasi un anno dopo. Oggi, rivela la Zuccoli a Repubblica, le ceneri sono nella cappella della casa di Dagnente: «Dopo il trafugamento della bara, ritrovata dai carabinieri di Arona al termine di un anno d’indagini, ho preferito toglierlo dal cimitero e metterlo al sicuro in una camera blindata. Nessuno potrà più portarlo via».