Esteso per circa 42 ettari, costituito da più di 2000 alberi ad alto fusto, è un bosco cresciuto spontaneamente sulle vecchie Officine del Gas, dismesse nel 1970. È suddiviso in tre lotti il cui futuro si può vedere nei progetti di Comune di Milano, Politecnico e Metropolitane e che le varie associazioni contestano aspramente
“La Goccia verde di Bovisa è un bene comune”, “La Goccia, risorsa verde per tutta Milano”, “No alla bonifica distruttiva! Sì alla bonifica verde!”. E poi lo striscione del collettivo “Baiamonti Verde Comune”, fino ad arrivare ad un fantasma, in anticipo per Halloween, che sorregge un cartello recitante: “Beppe, se non salvi la Goccia getti la tua maschera verde”. Sabato mattina Piazza della Scala si è tinta di verde: è il colore della manifestazione ecologica organizzata dal “Comitato la Goccia” per contestare le misure pensate da Comune, Politecnico e MM (Metropolitana Milanese) riguardo il progetto urbanistico deciso per la sorte del Bosco la Goccia. La mattinata si è svolta con l’esposizione di striscioni, la distribuzione di volantini informativi, e con l’intervento pubblico di Gianluca Rapaccini, uno dei membri del comitato.
Esteso per circa 42 ettari, costituito da più di 2000 alberi ad alto fusto, quella del Bosco la Goccia è una realtà che ha visto la natura recuperare lentamente i suoi spazi. Si tratta, infatti, di un bosco cresciuto spontaneamente tra Bovisa e Villapizzone, zone periferiche a nord-ovest di Milano, sorto sulle vecchie Officine del Gas, dismesse nel 1970. Ciò che stupisce maggiormente riguarda la fertilità del terreno, così come la biodiversità che si può ritrovare addentrandosi nel bosco (si contano circa 26 tipologie di alberi, tra cui peschi, pioppi, gelsi…). Un vero polmone verde nella città, che ora rischia di essere compromesso. L’area del bosco è suddivisa in tre lotti. Il primo è il Lotto 1A, già bonificato e completamente disboscato, su cui il Politecnico allargherà il suo campus e in cui costruirà la nuova sede della facoltà di Energia, l’edificio Deng.
Il secondo è il Lotto 4, sui cui sorge la porzione più ampia del bosco, e infine vi è il Lotto 1B, su cui MM ha presentato il suo piano di bonifica, e verso cui sono concentrati gli occhi e le polemiche del Comitato. Quello ideato da MM è un piano che prevede una bonifica invasiva del Lotto 1B tramite macchine di movimento terra (escavatori e simili), metodo già utilizzato per il Lotto 1A. Come riportato pubblicamente nell’intervento di Gianluca Rapaccini, si tratta di un metodo basato sul disboscamento, dato che “prevede che per entrare nell’area (il bosco) ci sia bisogno di spazio per far accedere i macchinari, così come per scavare la terra siano necessari spazi di accumulazione della stessa, senza considerare gli ulteriori scavi per sostituire la “vecchia terra” con quella nuova. Si distruggerebbe l’interezza del posto, considerando inoltre che nel Lotto 1B solo tre areali su quindici sono inquinati”.
Proprio sulla questione riguardante l’inquinamento del terreno (causato dalla presenza in passato dei gasometri delle officine), il Comitato ha espresso due richieste in particolare, esposte nei volantini distribuiti: sospendere ogni lavoro di bonifica del Lotto 1B, e successivamente considerare metodi di bonifica meno invasivi e più lenti (come il biopile e fito-rimedio). Nonostante ciò, riguardo i documenti consultati sul progetto che si vuole mettere in atto il comitato manifesta preoccupazione. Sul sito del Comune di Milano è presente un comunicato stampa datato 11 febbraio 2021, la Convenzione Quadro, riguardante proprio il progetto di riqualificazione “Bovisa – Goccia”. Il documento dice che, tramite la collaborazione del Politecnico, “nasceranno infatti a nord il grande Parco della Goccia di circa 162.500 mq e a sud il Parco dei Gasometri che verrà attrezzato per il tempo libero e lo sport, per un totale di quasi 215mila mq di verde, circa il 65% dell’intera superficie (325.723 mq)”.
La creazione di parchi è ciò che il comitato vuole evitare, poiché significa disboscamento (non a caso, sui volantini è evidenziata in grassetto la frase “Non vogliamo un parco cittadino, ma un bosco urbano!”). Quale sarà la sorte del Bosco la Goccia è un mistero: nel frattempo lo stesso comitato, capitanato da Luciana Bordin, si sta adoperando per un ricorso amministrativo contro l’accordo tra Comune e Politecnico, promuovendo una raccolta fondi per sostenere le spese legali.