A poco meno di due anni dall’iscrizione del registro degli indagati per autoriciclaggio la procura di Milano ha chiuso le indagini nei confronti del senatore della Lega Armando Siri, del capo della sua segreteria Luca Perini e di altre due persone, in vista della richiesta di rinvio a giudizio sul caso con al centro due mutui considerati sospetti per circa 1,2 milioni di euro concessi dalla Banca Commerciale Agricola di San Marino. I pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro nell’avviso di conclusione indagini notificato dalla Guardia di finanza hanno contestato a vario titolo il finanziamento illecito a partiti e presentazione di dichiarazione infedele. Reato questo che riguarda il capitolo di inchiesta relativo allo spazio Pin, Partito Italia Nuova.
L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato anche all’ex direttore generale di Bac Marco Perotti e a Domenica Ferragù che avrebbe avuto un ruolo di mediatrice nella concessione senza le garanzie necessarie dei due mutui a Siri. Il primo prestito di 585mila euro, a inizio inchiesta, già incasellato come ‘sospetto’ dall’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, era servito all’ex sottosegretario leghista per acquistare una palazzina per la figlia a Bresso, comune alle porte di Milano. L’altro prestito ritenuto ‘anomalo’ di 600mila euro sarebbe stato concesso dalla medesima banca a beneficio di Tf holding, che oltre ad occuparsi della compravendita di immobili, gestiva due bar, uno dei quali nel mezzanino della Metropolitana milanese, stazione Rogoredo. A capo della società secondo gli accertamenti ci sarebbero state due persone tra cui Fiore Turchiarulo, che in passato si era candidato per il Partito Italia Nuova di cui Siri era presidente. I due sarebbero stati presentati all’istituto di credito di San Marino da Perini che a sua volta risultava anche avere una parte nell’immobile di Bresso al centro del primo filone dell’inchiesta milanese.